Attenzione per il suolo, con l’“agricoltura rigenerativa”, la ribalta della farina, ma non la tradizionale di grano, i riflettori sulla cucina africana, l’importanza della freschezza degli ingredienti, e ancora prodotti “plant-based” ancora al centro, la scoperta di altri dolcificanti oltre a zucchero e stevia, e la ribalta delle bevande alcol-free: sono questi, in sintesi, i trend che popoleranno gli scaffali dei supermercati, partendo da quelli degli Stati Uniti, ma che inevitabilmente raggiungeranno anche i nostri. A dirlo è l’annuale ricerca di Whole Foods, catena di supermercati d’Oltreoceano che, ogni anno, lancia le tendenze alimentari per l’anno a venire, consultando il loro panel di esperti di cucina e consumatori. Che non solo, e non sempre, ricalcano quelle dell’anno appena trascorso, ma su quelle provano a prevedere cosa aspettarsi sugli scaffali, e quindi sulle tavole di milioni di consumatori. A partire proprio dalla continua attenzione per la sostenibilità dei prodotti, che con l’“agricoltura rigenerativa” raggiunge un nuovo livello di responsabilità ambientale: agricoltori, produttori, accademici, agenzie governative, rivenditori e non solo stanno esaminando più da vicino come utilizzare le pratiche di gestione della terra e degli animali per migliorare la salute del suolo e i consumi di carbonio. E se il termine “agricoltura rigenerativa” può avere molte definizioni, in generale descrive le pratiche agricole e di pascolo che ripristinano il suolo degradato, migliorano la biodiversità, per avere un impatto positivo sui cambiamenti climatici.
Sempre in tema di naturalità, nel 2020 i marchi più alla moda metteranno da parte la soia, che ha tradizionalmente dominato lo scenario delle proteine a base vegetale.Alcuni dei prodotti riporteranno la dicitura “no soy” in etichetta, sostituendola invece con miscele innovative (come cereali e fagioli verdi) per imitare la cremosità di yogurt e altri prodotti caseari. E la soia non sarà la sola a “decadere”: se lo zucchero è già stato da tempo rimpiazzato da stevia, miele e sciroppo d’acero, l’esplorazione di dolcificanti alternativi non è certo finita. Ci saranno le riduzioni sciroppose da fonti di frutta come i melograni o il cocco, che sono un modo per aggiungere aromi concentrati e unici nelle ricette di dessert, glasse di carne e marinature; gli sciroppi dolci fatti con amidi come quelli delle patate dolci possono essere paragonati ai sapori profondi di melassa o miele e possono essere usati per cuocere e dolcificare bevande. Il Swerve, poi, un sostituto non glicemico a zero calorie, combina l’eritritolo con ingredienti di frutta e ortaggi a base di amido, per produrre un dolcificante disponibile nelle versioni granulare, dolciaria e marrone. Un occhio alla salute, arriverà poi anche dal settore del beverage, sempre più lanciato verso le bevande analcoliche. Il trend principale, sarà quello di riprodurre i sapori e le sembianze dei più amati cocktail, oltre a birra e vino, che abbiano però un’attenzione in più per la salubrità, oltre a bevande specificatamente studiate per aperitivi senza alcolici.
A spopolare, invece, saranno le ricette “plant-based”, o meglio il blend tra carne e ingredienti vegetali. Visto il successo di prodotti tradizionalmente di carne, sostituiti da ingredienti naturali e vegetali, dalle polpette agli hamburger e le cotolette, guidati anche da scelte ambientali (l’industria della produzione di carne è tra le maggiori responsabili di emissioni di CO2, ndr), ha costretto i grandi marchi di prodotti a base di carne ad abbracciare il trend.
E tra i prodotti, quali saranno quelli che domineranno il settore? Intanto, protagonista sarà la cucina dell’Africa occidentale, dai superfood con radici indigene ai piatti più ricchi e moderni. E ingredienti come la moringa e il tamarindo, o i meno conosciuti cereali come il sorgo, il fonio e il teff, sono ricercati dai più grandi brand di tutto il mondo. E non finisce qui: proprio i cereali più sconosciuti, ma non solo loro, sono i protagonisti anche di quella che Whole Foods chiama “Flour Power”, la ribalta delle farine. I consumatori sono sempre più curiosi di creare piatti, dolci o salati, creativi e insoliti, e in questo fondamentali sono le farine più disparate. Le più amate? Saranno quelle a base di frutta e verdura. E di pari passo con la farina di qualsiasi genere, c’è il burro. Sì, tra i trend alimentari del 2020 c’è da aspettarsi il burro di un po’ tutto, dai semi del cocomero a quello di macadamia, fino a quelli del tutto vegani e “dieta-friendly”.
Ad essere coinvolti in tutti questi cambiamenti e queste nuove tendenze a tavola saranno, ovviamente, anche i bambini: si prevede che entro il 2026 l’80% dei Millennials avrà figli, figli che saranno quindi abituati a sperimentare sapori meno tradizionali, e più inclini alla scoperta di ricette del mondo. Per questo, già dal 2020 sugli scaffali dei supermercati si troveranno piatti e prodotti alimentari destinati ai più piccoli che seguano i trend culinari dei più grandi.
E se i gusti cambiano, e le mode vanno e vengono, ciò che non sembra cambiare è lo stile di vita frenetico e veloce che abbiamo. Il tempo per i pasti è sempre meno, e sempre meno si mangia fuori casa, soprattutto a pranzo, pasti rapidi e semplici, ma non per questo meno salutari. Sì perché tra i trend da aspettarsi secondo Whole Foods, c’è quello delle barrette e dei surgelati: ampio spazio quindi a snack di ogni tipo e di ogni gusto, e di pietanze facili da consumare, come le zuppe da bere, fino alle diffuse monoporzioni pronte all’uso.
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