Il cibo è calore, condivisione ma anche stato d’animo e “risposta” ai nostri umori. Ecco il 2020 visto dai foodies, un anno particolare che se non altro ha riavvicinato tanti italiani ai fornelli. Lo “spirito” di questi tempi strani, con una visione dal piatto ai fornelli, è stato catturato da Al.ta Cucina, una delle più grandi food community sui social, fondata nel 2018 da Alessandro Tartaglia e Simone Mascagni. La start up ha presentato i dati dell’indagine “Il 2020 ai fornelli”, condotta grazie ad un Osservatorio che raggiunge oltre quattro milioni di appassionati di cucina. L’indagine presenta una fotografia “semi-seria” del 2020, l’anno che ha radicalmente cambiato le abitudini di vita e di consumo di tutti noi.
Come mai prima d’ora le persone sono tornate ad apprezzare la cucina fatta in casa, sia come passatempo creativo, sia come “comfort food home made” per i momenti difficili. La prima domanda rivolta alla community è stata: “Se il 2020 fosse un piatto, quale sarebbe”? La maggioranza lo ha paragonato ad una porzione di penne, rigorosamente lisce e in bianco, quasi a rappresentare la mancanza di colore e la tristezza che richiama il lungo periodo di costrizioni. Ma non per tutti è stato “incolore”, infatti il 2020 è stato associato anche a ricette più elaborate come la carbonara con la panna o ancora la pizza hawaiana, quella con l’ananas, a indicare un immaginario collettivo dove la ricetta tradizionale, quindi la routine quotidiana, viene ufficialmente invasa da ingredienti “poco ortodossi” come succede per questi due piatti che per moltissimi rovinano la resa finale. La noia porta anche a sperimentare idee quantomeno inusuali ...
Se il cibo non può più essere convivialità a causa delle restrizioni del lockdown, ecco che gli italiani si adattano e il food diventa sinonimo di ricerca di nuove ricette, espressione di creatività e inventiva, momento in cui scaricare energie e frustrazioni della chiusura forzata. Secondo l’indagine di Al.ta Cucina, nel 2020 il 53% degli italiani ha scoperto la passione per la cucina. L’aumento del tempo libero ha riportato le persone a far da sé piatti e prodotti che prima venivano acquistati già pronti per un consumo veloce. Sui social hanno spopolato foto di liquori, marmellate, dadi vegetali e tantissimi altri cibi postati con orgoglio sulle bacheche dei fieri neo produttori. Le persone sono diventate protagoniste delle proprie cucine. Il 14% degli intervistati che non sapeva cucinare affatto prima del 2020 ha iniziato a farlo e si è applicato proprio a causa del lockdown e delle restrizioni; ma anche la maggior parte degli appassionati di food (ben il 77%), chef provetti o cuochi alle prime armi, ha comunque speso un tempo maggiore ai fornelli rispetto agli anni passati.
L’indagine di Al.ta Cucina conferma un aspetto ormai noto: nel 2020 gli italiani si sono distinti come un popolo di fornai e “panificatori”. Chi si è cimentato per la prima volta ai fornelli nel 2020 ha pensato di iniziare proprio con la preparazione di una pizza, una focaccia o un lievitato. Dai cracker alle brioche, dai ciambelloni ai biscotti, nell’anno del Covid le persone hanno riscoperto di avere un forno nelle proprie cucine. Basti pensare che solo il 14% degli intervistati non ha mai preparato nessuno di questi prodotti.
Tra i cibi più cucinati, sul podio troviamo la regina della cucina made in Italy, la pizza (che risulta anche il food delivery più gettonato in Europa), che, insieme ai lievitati di ogni tipo, è stata infornata dal 37% degli intervistati e si erge a vero piatto simbolo del 2020. Seguono dolci (32%) e pasta (25%). Fanalino di coda, ma comunque presenti, i piatti light, tra quelli più cucinati dal 6% degli intervistati, probabilmente preparati da coloro, un 31% di virtuosi, che ha risposto di essere riuscito a rispettare un regime dietetico contro il 69% delle persone che ha totalmente abbandonato sul nascere il tentativo. L’indagine evidenzia anche come molti dei principi legati allo spreco alimentare e alla sostenibilità ambientale abbiano fatto parte delle scelte degli italiani in cucina, anche se il comfort food, con la pizza in testa, seppur con farine integrali, ha dominato rispetto agli healthy food, specialmente durante il primo lockdown. Italiani popolo di pizzaioli e di amanti delle margherite, per questo la farina è stata l’ingrediente che non è mai mancato in casa nel 2020 regalando anche inattese sorprese: moltissimi italiani hanno infatti scoperto che non tutte le farine sono uguali e che ne esiste una con la giusta forza per ogni diversa preparazione. Curiosità: le penne rigate vincono sulle sorelle “lisce” (90% contro 10%). Durante la prima fase della pandemia, invece, il 48% degli intervistati ha subito una battuta d’arresto nei propri esperimenti di panificazione, poiché il lievito è scomparso da tutti gli scaffali ...
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