In profondo rosso fino a novembre 2024, gli indici del Liv-Ex hanno chiuso l’anno appena passato con un tonfo che in molti casi sfiora il -10%, in alcuni lo supera anche, con l’Italia che si difende meglio degli altri, come successo lungo tutto l’anno, ma chiude comunque poco sotto il -7%. È un verdetto impietoso, per investitori e collezionisti in fine wines, quello degli ultimi dati dello scorso anno del Liv-Ex, la piattaforma inglese ritenuta il riferimento di questo peculiare mercato. Il Liv-Ex 100, indice di riferimento, ha fatto segnare il -9,1% (ne fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Barbaresco 2019 di Gaia, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, il Redigaffi 2020 di Tua Rita, l’Ornellaia 2020 ed il Masseto 2019 e 2020 del gruppo Frescobaldi), che diventa -21,9% in due anni. Ancora peggio fa il Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici, a -11,7% nel 2024 e -23,7% negli ultimi due anni. Con le perdite clamorose, tra gli altri, del Burgundy 150 (-15,2%), dello Champagne 50 (-11,7%), del Bordeaux 500 (-11,3%), e con segno negativo per tutti gli altri sotto indici, nessuno escluso.
Nemmeno l’Italy 100, che poco si consola con la palma del “meno peggio”, con una calo del -6,8% nel 2024 (e che sale a -12,4%), per l’indice composto dal Barolo di Bartolo Mascarello di tutte le annate dalla 2010 alla 2019, così come del Barbaresco di Gaja, dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno delle annate 2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015, dal Barolo Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa 2000, 2001, 2004, 2007, 2008, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017, e ancora di tutte le annate dalla 2011 alla 2020 di Sassicaia, Solaia, Tignanello, Ornellaia e Masseto, e del Flaccianello della Pieve di Fontodi.
Un “bilancio” di fine anno 2024 che conferma tutte le difficoltà del mercato del vino, anche nell’altissimo di gamma. Sperando che il 2025 abbia, da subito, per quanto difficile, un andamento del tutto diverso e di ripresa.
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