Secondo l’indagine sulla filiera del vino in Italia realizzata dall’Osservatorio del Vino Uiv (Unione Italiana Vini) - Vinitaly, il 51% dei vigneti nazionali si colloca sopra i 300 metri di quota, con il 42% in collina (301-700 metri) e il 9% in montagna (sopra i 700 metri). Nello specifico, si concentrano in montagna 6 su 10 vigneti in Valle d’Aosta e Liguria, mentre sono il 30% in Campania, Basilicata, Calabria, Molise e Piemonte. Sono, invece, 281.000 gli ettari complessivamente dedicati in Italia alla viticoltura collinare, che interessa soprattutto quelle abruzzese (96%), umbra (89%), marchigiana (85%) e toscana (81%), a cui si aggiungono le produzioni di alta collina in provincia di Bolzano (86%) e Trento (40%).
È a questo piccolo, ma fondamentale e resistente mondo, che è dedicata “Enovitis Extrême”, di scena domani, tra i vigneti alpini della Cantina Valle Isarco, con 83 aziende, ed in partnership con il Cervim ed il Consorzio Vini Alto Adige, che svelerà trattori, mini cingolati, transporter e portattrezzi progettati - quasi su misura - da aziende spesso artigianali e specializzate in questa nicchia tecnologica, destinati all’impiego in condizioni orografiche impervie, con alte pendenze e ristretti spazi di manovra, e quindi alla viticoltura eroica, quella con una pendenza del terreno superiore a 30%, o ad un’altitudine superiore ai 500 metri sul livello del mare, con sistemi viticoli su terrazze e gradoni, o la viticoltura delle piccole isole.
“Enovitis Extrême punta a sostenere e valorizzare realtà che operano in un contesto caratterizzato da altissimi costi di produzione”, spiega il segretario generale Uiv (Unione Italiana Vini), Paolo Castelletti. “Basti pensare che ciò che in pianura viene realizzato con una media di meno di 100 ore lavorative per ettaro, in questi vigneti ne richiede più di 600. Si tratta di una viticoltura che ha esigenze ad hoc, ma che svolge un ruolo storico sia sul fronte della produzione enologica che su quello della conservazione e manutenzione dei territori”.
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