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QUOTAZIONI ISMEA

Il Brunello è ancora il vino più caro (1.085 euro ad ettolitro), seguito da Amarone e Barolo

Il 2019 si chiude in altalena: in calo Barolo, Barbaresco e Chianti Classico; tra i bianchi, bene Gavi, Trentodoc e Prosecco Conegliano Valdobbiadene
AMARONE, BARBARESCO, BAROLO, BRUNELLO DI MONTALCINO, CHIANTI CLASSICO, DOC, DOCG, GAVI, ISMEA, PREZZI, PROSECCO, TRENTODOC, Italia
Cantina di Montalcino, la bottaia

Il panorama dei prezzi medi all’origine delle principali denominazioni enoiche del Belpaese, nel suo vertice produttivo, racconta di un 2019 che va in soffitta con tante conferme e qualche oscillazione importante. Secondo i dati aggiornati a dicembre 2019 di Ismea - che non sempre corrisponde al reale andamento del mercato-, infatti, l’anno si è concluso con il Brunello di Montalcino ancora al vertice, a quota 1.085 euro ad ettolitro, allo stesso livello del mese precedente e del dicembre 2018. Dietro, l’Amarone della Valpolicella, secondo la Borsa Merci della Camera di Commercio di Verona, ha chiuso l’anno a quotazioni che vanno, a seconda dell’annata, dai 725 agli 800 euro ad ettolitro, mentre il Barolo perde il -15,8% sul dicembre 2018, per un prezzo medio di 665 euro ad ettaro, ed il Barbaresco limita i danni (-3,6%), chiudendo a 535 euro ad ettolitro, poco meno del doppio del Chianti Classico, in calo del -3,5% a 272,5 euro ad ettolitro.
Restando tra le denominazioni rossiste, bene fa l’Etna, sempre più punto di riferimento qualitativo del Sud Italia, con quotazioni che hanno ormai superato abbondantemente i 200 euro ad ettolitro (205, per la precisione), in crescita del 13,9% sul dicembre 2018. Tra le denominazioni più importanti, sia per volumi che per storia, da segnalare il calo evidente del Chianti (-19,6%), che si ferma a 112,50 euro ad ettolitro, mentre il Montepulciano d’Abruzzo resta sostanzialmente stabile (-0,8%) a 73,75 euro ad ettolitro. In termini di crescita, l’evoluzione migliore è quella di una denominazione meno nota, il Monica di Sardegna (+31,7%, a 160 euro ad ettolitro), mentre la Barbera del Piemonte registra il calo più vistoso (-26,1%), con quasi tutte le principali denominazioni del Piemonte che chiudono il 2019 con il segno meno.
Spostando l’attenzione sul variegato mondo dei bianchi, le quotazioni, che si muovo in una forbice decisamente inferiore e ristretta rispetto ai rossi, premiano le denominazioni del Piemonte, con il Gavi ed il Cortese di Gavi in testa, entrambi a 280 euro ad ettolitro, seppure in calo del 3,4% sul dicembre 2018, davanti alle basi di due grandi bollicine del Belpaese: il Pinot Nero del Trentodoc, che costa sul mercato 275 euro ad ettolitro (+3,8%) ed il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, stabilmente a 245 euro ad ettolitro. Quindi troviamo il Vermentino di Gallura (+4,5%) ed il Roero Arneis (+2,2%) a quota 235 euro ad ettolitro, seguiti dal Prosecco, a 200 euro ad ettolitro, che mette a segno anche una delle evoluzioni migliori nell’anno (+12,7%), ed i vini base del Marsala, a 195 euro ad ettolitro (+2,2%). Da segnalare anche le quotazioni del Soave, in crescita del +4,5% a 92 euro ad ettolitro, quelle dell’Orvieto, tra le principali denominazioni dell’Umbria e del Centro Italia, stabile a 100 euro ad ettolitro, dell’Asti Moscato, ferme sui livelli di dicembre 2018 a 170 euro ad ettolitro, e dello Chardonnay dell’Oltrepo Pavese, che si conferma a 140 euro ad ettolitro.

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