Le temperature record di quest’estate hanno segnato l’inizio della “vendemmia delle mele”, il frutto più consumato in Italia, che però vede la produzione calare drasticamente in tutta Europa. In Italia, secondo coltivatore di mele in Ue, la Coldiretti stima che il calo tocchi il 3% rispetto allo scorso anno, pari a 2,2 milioni di tonnellate nel 2019, ma in Polonia, primo produttore europeo, il calo toccherebbe addirittura il 44% sul 2018, con soli 2,7 milioni di tonnellate prodotte. Al terzo posto la Francia, che con le sue 1,7 milioni di tonnellate registra invece un incremento di produzione del 12%.
Tornando all’Italia, l’andamento del raccolto, evidenzia la Coldiretti, varia lungo la Penisola, visti anche i problemi causati dall’ondata di maltempo in alcune regioni del Nord, con una produzione stabile di circa 991.000 tonnellate in Alto Adige, dove si produce la metà delle mele Italiane, un calo a 519.000 (-8%) in Trentino, come anche in Veneto che scende a 199.000 e viene sorpassato al terzo posto con 203.000 tonnellate dal Piemonte (-1%) seguito dall’Emilia Romagna con 171.000 (-4%), dal Friuli Venezia Giulia con 42.000 (-1%) e dalla Lombardia che fa segnare un aumento del 16% per un totale di oltre 30.000 tonnellate. L’Italia, precisa la Coldiretti, può vantare un’ampia gamma varietale nell’offerta di mele grazie al rilevante patrimonio di biodiversità lungo tutta la Penisola con ben 5 mele italiane a denominazione di origine riconosciute dall’Ue: Mela Val di Non Dop, Mela Alto Adige Igp, Melannurca Campana Igp, Mela Valtellina Igp, Mela Rossa Cuneo Igp.
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