Sarà un Capodanno low cost, nelle proprie abitazioni e senza maxi tavolate ma con al centro le eccellenze agroalimentari Made in Italy, spumante e Prosecco in primis. Secondo un’indagine del Centro Studi di Confcooperative gli italiani spenderanno 1,4 miliardi per il cenone dell’ultimo anno, 700 milioni in meno del 2019. Un -33% determinato in particolar modo dalla minore capacità di spesa (a influire il calo di 2,3 miliardi di euro delle tredicesime, come contraccolpo del Covid sia a causa della perdita di occupazione sia per l’impatto della Cig sui redditi), dalla chiusura di ristoranti pizzerie e agriturismi (una famiglia su quattro comunque prenderà la cena da asporto) e dal ristretto numero di partecipanti. La media complessiva a tavola è di 3,7 person del 2019, rivela una ricerca di Coldiretti-Ixè, secondo la quale la spesa per il cenone di fine anno scende a 65 euro in media a famiglia (-32% sul 2019) e la quasi totalità degli italiani (94%) ha deciso di consumare il cenone nelle proprie case, anche se c’è una minoranza di 3 milioni di cittadini (6%) che non rinuncia a festeggiare da parenti o amici approfittando della possibilità di ospitare al massimo due persone non conviventi, oltre a minori sotto i 14 anni.
Un Capodanno in versione ridotta, quindi, ma comunque all’insegna della tradizione e della ricerca delle eccellenze dell’agroalimentare made in Italy: il 91% degli italiani, spiega Coldiretti, tende a privilegiare prodotti tricolore anche per sostenere l’economia e l’occupazione del territorio. Spumante e Prosecco (60 milioni di tappi stappati tra Natale e Capodanno), di gran lunga preferiti alle bollicine francesi, saranno le verse superstar dei cenoni. Il menù di Capodanno, sottolinea il Centro studi di Confcooperative, sarà ricco di vongole e frutti di mare per i primi piatti (55 milioni di euro), pesce per i secondi piatti (190 milioni di euro), carne, salumi e uova (255 milioni di euro), vini, spumanti e prosecchi (230 milioni di euro), frutta, verdura e ortaggi (215 milioni di euro), pasta, pane, farina e olio (125 milioni di euro), formaggi freschi e stagionati italiani (50 milioni) e il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (250 milioni di euro).
Immancabili le lenticchie, presenti secondo Coldiretti nel 78% delle tavole, forse perché sono chiamate a portar fortuna. Tra le più note quelle del Castelluccio di Norcia Igp, ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S. Stefano di Sessanio (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), Molisane (Molise), di Altamura (Puglia), di Villalba, Leonforte, Ustica e Pantelleria (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. L’interesse per le lenticchie è accompagnato dalla riscossa di cotechino e zampone presenti sul 66% delle tavole. Si stima che siano stati serviti 6 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi. Durante le festività di fine anno vengono fatti sparire dalle tavole circa il 90% del totale della produzione nazionale che è in gran parte certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell’Unione Europea, ma si rileva anche una apprezzabile presenza di cotechini e zamponi artigianali preparati ed offerti direttamente dagli agricoltori nelle fattorie o nei mercati di Campagna Amica.
Le famiglie costrette a casa durante il lockdown, aggiunge Coldiretti, hanno riscoperto il piacere della cucina con la metà degli italiani che impegna più tempo ai fornelli rispetto al passato, anche con una maggiore attenzione a giornali, tv e ai tutorial sulle ricette che spopolano sul web per l’importante appuntamento. Un aiuto in tale direzione è venuto dagli agrichef, i cuochi contadini di Terranostra e Campagna Amica, che hanno creato una serie di corsi on line dove vengono spiegati trucchi e segreti della tradizione contadina. Confcooperative sottolinea, invece, il brindisi dal calice amaro per le persone scivolate in povertà per la lockdown economy, che ha gonfiato l’esercito dei poveri portandolo a 10 milioni di persone. Resta fondamentale, conclude Confcooperative, individuare misure di contrasto alla povertà e politiche attive per concorrere ad affrontare una piaga che non è solo economica ma che rischia di minare nei prossimi mesi la concordia sociale del Paese.
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