Gli italiani scelgono sempre con maggiore frequenza i prodotti del Belpaese prestando una particolare attenzione all’etichetta. L’Italian food piace sempre di più finendo per riempire i carrelli della spesa e, di conseguenza, far impennare le vendite degli alimenti Made in Italy. L’Osservatorio Immagino by GS1 Italy ha monitorato l’andamento dei prodotti alimentari confezionati nei supermercati e negli ipermercati nel 2020, tutti accomunati dalla presenza in etichetta di un richiamo all’italianità e/o alla regionalità. I risultati confermano che sono oltre 21.000 i prodotti che hanno superato gli 8,1 miliardi di euro di vendite (+6,3% rispetto ai 12 mesi precedenti) e che rappresentano il 25,6% di tutta l’offerta food di super e ipermercati.
Un trend in crescita e che non si limita a determinate categorie alimentari ma ad un paniere molto ampio. L’Osservatorio Immagino ha, infatti, individuato sette tra claim, bollini e indicazioni geografiche europee e tutti (tranne “prodotto in Italia”) hanno registrato vendite in aumento, e in particolare i prodotti Dop (+12,3%) e quelli con il claim “100% italiano” (+9,4%). Se un prodotto alimentare su quattro presenta sulle confezioni un riferimento esplicito alla sua italianità, uno su dieci si spinge oltre sottolineando in modo evidente la sua origine regionale. Un dettaglio che ha fatto la differenza nelle scelte del consumatore considerato più di 8.600 prodotti regionali hanno realizzato oltre 2,4 miliardi di euro di vendite, crescendo del 5% nell’arco di un anno.
Tra le regioni che hanno conquistato la fiducia degli italiani in testa si riconferma il Trentino Alto Adige, seguito da Sicilia, Piemonte ed Emilia Romagna. Spiccano anche le performance dei prodotti “made in Molise” (+28,7%), della Liguria (+15,6%) e della Calabria (+13,1%) a dimostrazione che la tendenza “a mangiare italiano” abbraccia il Belpaese in lungo e in largo.
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