Com’è fatto il carrello della spesa degli italiani che nel 2016 hanno frequentato la grande distribuzione? È composto soprattutto di cibi conservati, cibi freschi e prodotti per l’igiene, sia personale che della casa. Dal punto di vista dietetico una sorta di piramide alimentare al contrario, dove i dolci stanno alla base (che, insieme ai gelati, superano il 10% della spesa annuale), incalzati dal latte e i suoi derivati; solo dopo gli italiani si ricordano della frutta e della verdura (insieme a quella surgelata e conservata non si arriva all’8%), per poi aggiungere alla spesa i carboidrati come pasta, pane e riso (il 6%) e la carne (che insieme ai salumi supera di poco il 4%). L’acqua rappresenta solo il 20% delle bevande acquistate. Questo quadro complesso, e molto di più, è possibile estrapolarlo, in modo intuitivo e colorato, dalla tavola interattiva pubblicata da poco dall’Ufficio Studi Coop (www.italiani.coop), elaborando i dati provenienti dalle proprie fonti interne, dal contributo dei partner Coop e dalle fonti informative pubbliche nazionali ed internazionali (Nielsen): ne esce un contributo significativo che vuole raccontare i cambiamenti che contraddistinguono la vita quotidiana degli italiani, che destinano alla spesa alimentare 47 miliardi di euro (esclusi alimenti sfusi e incartati nel punto vendita: ortofrutta, carne ...).
Giocando un po’ coi tasti si scopre che gli italiani nella drogheria alimentare (che copre il 35% della spesa complessiva per un valore di quasi 21 miliardi di euro) si sono dedicati soprattutto alla colazione dolce: i prodotti da forno e cereali (come biscotti, merendine e pasticceria), i fuori pasto dolci e i preparati per bevande calde (caffè macinato in testa) coprono l’11,5% del carrello. Per il reparto fresco, i formaggi e i salumi la fanno da padrone, rispettivamente con il 5,1% e il 3,1%.
Quando scelgono di bere (la spesa per le bevande è di 8,3 miliardi di euro, il 13,9% del totale) comprano, invece, soprattutto acqua (1,68 miliardi, il 20,3% del totale bevande, per 2/3 naturale) e vino (il 19,7%, con una spesa di 1,64 miliardi, di cui la metà vanno alle Doc e Docg nazionali, 441 milioni al vino Igt e Igp e solo poco più del 10% alle etichette straniere); lo Champagne e gli spumanti rappresentano il 4,9% del totale consumato del comparto bevande, la birra il 16,3% seguita dalle bevande gassate, con il 12.8%.
La cura per la persona e per la casa coprono assieme il 19,3% della spesa totale e riguarda soprattutto il reparto igienico sanitario, come carta igienica e fazzoletti e l’igiene personale e dei capelli nel primo caso (insieme coprono più del 50% del reparto) e l’usa e getta con la detergenza, il bucato e la cura dei tessuti nel secondo caso, che a loro volta rappresentano oltre il 60% del reparto.
I surgelati e l’ortofrutta riempiono ognuno il carrello per il 5% della spesa annuale italiana e il restante è dedicato alla cura dei propri animali domestici (il 2%, di cui oltre il 60% va ai gatti), e all’acquisto di carne: questo 1,1% (suddiviso per pollo e tacchino al 70%, seguito da carne bovina e suina, entrambe a poco più del 14%), che ammonta a 632.884.039 euro annui, curiosamente non basta che a coprire metà del valore speso dagli italiani per comprare i biscotti.
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