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BIBLIOTECA ENOGASTRONOMICA

Il Chianti, dagli etruschi a Bettino Ricasoli, che ha trasformato la Toscana in “stile di vita”

Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Storchi (con la prefazione di Francesco Ricasoli) raccontano l’intreccio storico che produsse un’icona del vino italiano

La storia del Chianti si lega indissolubilmente a quella dell’Unità d’Italia attraverso la figura di Bettino Ricasoli, produttore di vino e fine politico. La passione per l’agricoltura, e in particolare per la viticoltura e l’enologia, si mischia nel “Barone di Ferro” anche all’attività politica, che, nel 1861, lo porta a succedere a Camillo Benso Conte di Cavour alla guida del neonato Stato italiano. A lui va riconosciuto il grande impegno nell’ammodernamento del sistema agrario nel contesto degli ideali risorgimentali. Nel suo Castello di Brolio, nel cuore del Chianti Classico, Ricasoli condusse i suoi esperimenti per la produzione di vini di qualità adatti all’esportazione, stabilendo nel 1872 la storica formula che prevedeva la presenza di Sangiovese, Canaiolo Nero e Malvasia. Con Ricasoli, il Chianti conquista il ruolo di primo piano che lo porterà ad essere considerato ancora oggi uno dei simboli dell’enologia italiana. Questa è una breve introduzione a quello che è il contenuto del volume “Chianti. Dagli Etruschi a Ricasoli il vino che ha trasformato la Toscana in stile di vita” di Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Storchi, dedicato a uno dei vini italiani più celebri, tuttora identificato come simbolo dell’enologia del nostro Paese.
Il volume (Kellermann Editore - Collana Grado Babo , Dicembre 2023, pp. 112, prezzo di copertina 16 euro) inizia con la prefazione di Francesco Ricasoli, discendente del Barone Bettino Ricasoli, e ripercorre la storia del Chianti senza tralasciare un’attenta analisi delle zone e dei vitigni utilizzati per la sua produzione, oltre che un approfondimento sul paesaggio del Chianti nella letteratura e un accenno alle tradizioni culinarie che più tipicamente sono associate a questo celebre vino.
Il Chianti, infatti, è un vino dai nobili natali che è ormai diventato una delle bandiere del vivere italiano e della Toscana. A parlare di questo pezzo da 90 della famiglia dei vini italiani, nelle pagine di questo nuovo scritto, sono due voci importanti della ricerca storica e dell’agronomia italiana quali Zeffiro Ciuffoletti, professore di Storia Contemporanea e precedentemente Storia del Risorgimento all’Università di Firenze, membro dell’Accademia dei Georgofili nonché Vicepresidente della Società Toscana per la Storia del Risorgimento, e Paolo Storchi, agronomo, primo ricercatore del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Accademico dell’Accademia dei Georgofili e docente di Viticoltura in varie Università e in molteplici Corsi di Laurea e Master post-Laurea, e che accompagnano i lettori alla scoperta della sua storia affascinante.

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