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“Il cibo e il modello alimentare italiani devono trovare più spazio in Cina, dove, nei primi 2 mesi del 2014, l’export ha segnato -8,2%”: lo ha detto Luigi Scordamaglia (Federalimentare) nella missione del Premier Matteo Renzi nel Paese asiatico

“Il cibo e il modello alimentare italiani devono trovare più spazio in Cina, visto che nei primi 2 mesi del 2014 l’export ha segnato -8,2%. A dirlo è il consigliere incaricato di Federalimentare Luigi Scordamaglia, nella missione del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi nel Paese asiatico. “Gli ultimi risultati del nostro export alimentare in Cina non sono pienamente soddisfacenti - fa sapere Scordamaglia - se si pensa alle enormi potenzialità del mercato cinese”. Da qui la necessità di intensificare le azioni di informazione e promozione del food and beverage italiano, aumentando lo sforzo distributivo attraverso i canali del retail, food service e e-commerce.

“La filiera agroalimentare italiana è sinergica alle esigenze di questo Paese - sottolinea Scordamaglia - aumentare l’autosufficienza per una serie di commodities agricole è una priorità assoluta per la Cina, alla ricerca di un modello sostenibile che ripari gli errori del passato e valorizzi al massimo la terra disponibile senza impattare negativamente sull’ambiente. In questa sfida, il modello produttivo italiano - conclude - è la risposta migliore possibile; le eccellenze alimentari italiane entrano sempre più nelle abitudini alimentari di questo Paese, serve però una decisa semplificazione delle procedure infinite di registrazione all’importazione e l’eliminazione di molte barriere non tariffarie”.

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