“Per poter trarre vantaggio dalla migliore qualità dei propri prodotti, l’Europa deve informare i consumatori europei, deve assicurarsi che riconoscano una camicia prodotta in Cina da una “made in Italy”. La fiducia dei consumatori europei nell’alta qualità dei nostri prodotti deve essere sostenuta da un’informazione chiara e trasparente”. E’ uno dei passaggi centrali dell’ intervento sul “Corriere della Sera” di Peter Mandelson, Commissario Ue al Commercio.
“Quanto più un mercato è libero - continua - tanto più deve essere retto da regole eque. In particolare, in un libero mercato è imprescindibile che i consumatori ricevano informazioni sufficienti e precise su quello che acquistano. Solo così la loro scelta consapevole potrà premiare i prodotti più competitivi. Come commissario responsabile per il commercio e per la competitività dell’Europa sui mercati globali, il mio lavoro è di mettere gli imprenditori nelle condizioni di competere ad armi pari”. (...)
“L'Europa è determinata a contrastare con la necessaria severità il commercio di merci falsificate e contraffatte, una piaga che mina alla radice la competitività della nostra industria, e che deve essere eliminata. A livello mondiale, i nostri partner commerciali si sono impegnati ad affrontare la questione alla Wto. A livello europeo, la recente legislazione comunitaria ha innalzato il livello di protezione contro queste pratiche sleali”. (...)
“Ci vogliono regole rigorose in materia di etichettatura; in particolare, una regolamentazione sui marchi d'origine delle merci importate sarebbe un passo importante nella direzione giusta. Infatti, la mancanza di regole precise in materia a livello europeo spalanca la porta a marchi fuorvianti o addirittura fraudolenti, che costano molto cari all’industria europea in genere - ed in particolare a quella tessile, al settore dell'abbigliamento e del calzaturiero. Farò il possibile perché in Europa e alla Wto si stabiliscano regole efficaci e severe, che proteggano i consumatori europei dalle falsificazioni; regole su cui fondare un mercato globale “giusto”, duro ma leale. Un mercato su cui l’industria tessile europea - con l’Italia alla sua guida - saprà mantenere il suo ruolo di protagonista”.
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