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“Il Congresso vuole eliminare l’obbligo per le scuole di servire frutta e verdura, rendendolo facoltativo, vanificando gli sforzi che stiamo facendo con l’iniziativa Let’s Move!”. Michelle Obama scende in campo contro alcune decisioni di Washington

Non Solo Vino
Michelle Obama

“Il Congresso vuole eliminare l’obbligo per le scuole di servire frutta e verdura, rendendolo facoltativo, vanificando gli sforzi che stiamo facendo con l’iniziativa Let’s Move!”. Michelle Obama scende in campo contro la Camera dei rappresentanti che sta esaminando un progetto di legge per rendere frutta e verdura facoltative nelle scuole.
“Quattro anni fa, quando lanciammo “Let’s Move!”, fissammo - continua la First Lady Usa - un obiettivo tanto semplice quanto ambizioso: sconfiggere il dilagare dell’obesità infantile nel giro di una generazione, fare in modo che i bambini che nascono oggi possano crescere in buona salute. Per raggiungere questo obiettivo, ci siamo attenuti a un criterio molto chiaro: fare solo le cose che funzionano. Le iniziative che abbiamo lanciato sono basate su dati e fanno affidamento sulle conoscenze scientifiche più aggiornate. Le ricerche indicavano che i bambini avevano bisogno di un’alimentazione con meno zuccheri, meno sale e meno grassi, perciò abbiamo rivisto in questo senso i menu delle mense scolastiche. Oggi - aggiunge - cominciamo a vedere qualche timido segnale di passi avanti. Decine di milioni di bambini ricevono un’alimentazione migliore nelle scuole, le famiglie ragionano più attentamente sul cibo che danno da mangiare ai figli, le aziende si impegnano per creare prodotti più sani per soddisfare l’aumento della domanda e il tasso di obesità tra i bambini più piccoli finalmente sta cominciando a decrescere”.
Purtroppo, però, - insiste la Obama - nel Congresso degli Stati Uniti in questo momento sono in corso sforzi per vanificare gran parte dei risultati raggiunti per il benessere dei nostri figli. Guardiamo quello che sta succedendo con il Wic (donne, neonati e bambini), un programma federale che punta a integrare l’alimentazione delle donne a basso reddito e dei loro bambini. L’idea è di colmare le lacune nella loro dieta, aiutare le mamme ad acquistare cose che da sole non potrebbero permettersi, come frutta e verdura fresca, e garantire a mamme e bambini la nutrizione che non hanno. La Camera dei rappresentanti sta esaminando un progetto di legge per scavalcare le indicazioni della comunità scientifica, stabilendo, per esempio, che le patate bianche (cibo che molte donne e molti bambini consumano già in quantità più che sufficiente) devono essere incluse nella lista degli alimenti acquistabili con i soldi del programma Wic.
“Purtroppo - avverte - non si tratta di un caso isolato. Stiamo assistendo a manovre analoghe per quanto riguarda i menu delle mense scolastiche. Nel 2010 il Congresso aveva approvato una legge definita “per bambini sani e liberi dalla fame”, che fissava parametri nutrizionali per i menu delle mense scolastiche, basati anche in questo caso sulle raccomandazioni dell’Istituto di medicina. Oggi il 90% delle scuole rispetta questi parametri e il risultato è che i bambini mangiano maggiori quantità di frutta, verdura, cereali integrali e altri alimenti necessari per una sana alimentazione. Eppure una parte dei deputati sembra decisa a revocare questi nuovi parametri e offrire ai nostri figli a scuola cibo di minor qualità. Vogliono eliminare l’obbligo per le scuole di servire frutta e verdura, rendendolo facoltativo. Vogliono aumentare il livello di sodio consentito e ridurre la presenza di cereali integrali nei menu delle mense scolastiche. Queste proposte saranno prese in considerazione giovedì, quando la commissione bilancio della Camera comincerà l’esame della legge di spesa annuale per il dipartimento dell’Agricoltura”.
“I nostri figli meritano molto di più. Nonostante i progressi che abbiamo realizzato, negli Stati Uniti un bambino su tre è ancora sovrappeso o obeso. Un bambino su tre svilupperà il diabete nel corso della sua vita. E non è in palio soltanto la salute dei nostri bambini, ma anche la salute della nostra economia. Già ora spendiamo 190 miliardi di dollari l’anno per curare malattie legate all’obesità: pensate a come sarà la situazione fra dieci o vent’anni, se non cominceremo da subito a risolvere il problema. In quanto genitori, noi mettiamo sempre - conclude - al primo posto l’interesse dei nostri figli. Ci svegliamo tutte le mattine e andiamo a letto tutte le sere preoccupandoci per il loro benessere e il loro futuro. E quando prendiamo decisioni sulla salute dei nostri figli ci affidiamo a medici ed esperti, persone in grado di darci informazioni accurate, basate su nozioni scientifiche solide. I nostri rappresentanti a Washington dovrebbero fare altrettanto”.

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