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IL CONSUMO DI BIRRA SEGNA NEGATIVO: -13% NEL BIMESTRE GENNAIO-FEBBRAIO. LO COMUNICA ASSOBIRRA, L’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI DELLA BIRRA E DEL MALTO

La crisi sembra soffiare pesantemente anche sul settore birra. Nel bimestre gennaio-febbraio le vendite hanno registrato valori di segno negativo superiori al -13%, con un picco nel solo febbraio del -22%. E questo dopo un 2008 dove sono stati consumati 76 milioni di litri di birra in meno, con 230 milioni fra lattine e bottiglie da 330 ml rimaste invendute. Sono questi i dati dal segno negativo diffusi da Assobirra, l’associazione degli industriali della birra e del malto.

Al calo dei consumi registrato nel primo bimestre del 2009, si aggiunge la notizia di 5 emendamenti al decreto legge incentivi, presentati in Commissione Finanze e Attività Produttive della Camera che, spiega Assobirra, propongono di aumentare le imposte sulla produzione e il consumo di birra per finanziare altre iniziative di sostegno alle imprese.

Assobirra ricorda che la tassazione della birra in Italia è già assestata su livelli fra i più elevati di tutta l’Europa continentale e nel solo biennio 2004-2006 l’imposta è stata innalzata di oltre l’80% (l’accisa è anche gravata di Iva), arrivando a pesare fino al 30-35% sul prezzo di vendita finale, con un’incidenza di circa 25-35 centesimi di euro per litro. L’associazione degli industriali della birra e del malto sottolinea “la propria viva preoccupazione per la competitività del settore birraio, già messo a dura prova da un fortissimo differenziale fiscale rispetto agli altri Paesi europei, che favorisce le importazioni in evasione d’imposta e genera non di rado comportamenti elusivi dell’accisa. E’ il caso della Germania, che da anni riversa sul mercato italiano gran parte del proprio eccesso strutturale dell’offerta”.

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