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IL CONSUMO DI PRODOTTI A ORIGINE E AD INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA, SOLO NEL 2012, HA RAGGIUNTO 12,6 MILIARDI DI EURO, DI CUI 9 SUL MERCATO NAZIONALE. ECCO I DATI DEL RAPPORTO 2013 ISMEA-QUALITATIVA SULLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ

Il consumo di prodotti a origine e a indicazione geografica protetta, solo nel 2012, ha raggiunto i 12,6 miliardi di euro (+5% su base annua), di cui 9 realizzati sul mercato nazionale. Ecco i dati del Rapporto 2013 Ismea - Qualivita sulle produzioni agroalimentari di qualità. Per i prodotti italiani a marchio Dop e Igp si è chiusa, così, un’altra annata positiva sia sul fronte produttivo sia sul piano del risultato economico, in netto contrasto con lo scenario recessivo dell’intera economia nazionale. Per l’andamento dei fatturati, in particolare, Ismea stima un aumento di oltre il 2% del valore alla produzione, che ha raggiunto nel 2012, 7 miliardi di euro grazie soprattutto alle vendite all’estero.
Più in dettaglio spicca il balzo in avanti del fatturato alla produzione e al consumo degli ortofrutticoli (rispettivamente +25% e +22%), mentre per i formaggi il giro d’affari alla prima fase di scambio ha registrato una lieve crescita (+1%) a fronte dell’incremento di oltre il 6% del valore ai prezzi finali. Per i prodotti a base di carne, le elaborazioni Ismea indicano risultati in linea, con il 2011, in termini di valore alla produzione e superiori dell’1% per il consumo. All’ottima performance delle carni fresche (+23% alla prima fase di scambio e +13% a prezzi finali) si contrappone, infine, la flessione degli oli extravergini (rispettivamente -4% e -9%).
Sul fronte produttivo, l’intero comparto nazionale delle Dop e Igp è cresciuto in termini quantitativi di oltre il 5% nel 2012, grazie in particolare al buon contributo di ortofrutticoli, cereali e formaggi. Per l’export, oltre un terzo del made in Italy certificato (418.000 tonnellate) ha preso nel 2012 la via dell’estero. Un quantitativo in lieve flessione sull’anno precedente (-1%), per un controvalore di 2,5 miliardi di euro.
“Guardando i numeri - ha spiegato il presidente Ismea, Arturo Semerari - è evidente che il sistema qualità nell’agroalimentare continua a dare i suoi frutti, preservando i redditi dei produttori e premiando soprattutto gli sforzi, anche in termini di maggiori costi, legati all’appartenenza a un circuito certificato che si dimostra premiante anche nelle fasi cicliche negative, come quella attuale. Buona la performance all’estero, con l’export che ha fatto registrare nel 2012 una crescita di il 5% del giro d’affari. Inoltre, il mercato domestico per l’insieme dei prodotti Dop e Igp ha fatto segnare nel 2012, in un’annata cioè di forte recessione per l’intera economia nazionale, una sostanziale tenuta. Un risultato che appare, comunque, significativo e incoraggiante se si considera che in altri ambiti, compreso quello alimentare al di fuori dei marchi tutelati, il mercato interno ha accusato una dinamica più sfavorevole”.
“Continuiamo a rilevare - ha proseguito Semerari - una forte concentrazione del fatturato su poche denominazioni, con l’84% del valore della produzione riconducibile alle prime 10 Dop-Igp. Il fenomeno appare però meno accentuato rispetto a qualche anno fa, seppure in un comparto che mostra asimmetrie ancora evidenti sia nei potenziali di produzione che nei valori di mercato”.

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