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IL DDL SUL MERCATO DEL LAVORO CAMBIA REGISTRO SU CONTRATTI A TERMINE E VOUCHER INIZIALMENTE ESTROMESSI DAL PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO. PER ROMANO MAGRINI (COLDIRETTI) “ORA BISOGNA CREARE NUOVA OCCUPAZIONE”

Il ddl sul mercato del lavoro, in questi giorni in discussione alle Camere, cambia registro sulle norme sui contratti a termine e i voucher, in prima battuta estromessi dal provvedimento. Coldiretti, che stasera sarà tra i componenti della commissione Lavoro del Senato, che rimette sotto esame il ddl sulla riforma del mercato del lavoro, detta le linee su cui si muoverà una delle associazioni di categorie più forti del settoRe agricolo tricolore. “Per prima cosa - spiega Romano Magrini, responsabile delle politiche per il lavoro della Coldiretti, che parteciperà all’audizione - ringrazieremo i senatori che, a differenza del tavolo convocato dal governo, hanno sentito la necessità di ascoltare i rappresentanti del lavoro agricolo”.

Del testo che è approdato al Senato, Magrini sottolinea due “risposte positive” a istanze che sono venute proprio dall’agricoltura: “La prima - sottolinea - riguarda il fatto che sia stato mantenuto lo strumento dei voucher, che inizialmente si voleva mettere in discussione. Il voucher è nato in agricoltura, ha dato buoni risultati e non ha affatto destrutturato l’occupazione nel settore, come qualcuno temeva”. Anzi, per il responsabile lavoro della Coldiretti, “ha reso regolare e in “chiaro” tutto quel lavoro che da sempre pensionati, studenti e casalinghe hanno fatto occasionalmente sui campi, come la vendemmia, e che prima era in nero”.

L’altro aspetto guardato con favore dalla Coldiretti riguarda “l’esclusione dei contratti agricoli dai costi aggiuntivi dell’1,4% sul lavoro a tempo determinato”. Questo perché, ricorda Magrini, “su circa 1,2 milioni di lavoratori agricoli circa 1 milione sono a tempo determinato, sono la regola e non l’eccezione, tant’è che il decreto legislativo 368 del 2001 che disciplina i rapporti di lavoro a tempo determinato esclude dall’applicazione della norma i rapporti di lavoro tra i datori di lavoro dell’agricoltura e gli operai a tempo determinato”.

Ma il giudizio sul’’intero testo di riforma non è completamente positivo. “Ci si aspettava qualcosa -avverte Magrini - che contribuisse a creare nuova occupazione o a stabilizzarla. Invece questo qualcosa non c’è. E ora bisogna pensarci”. Così come occorrono interventi su “tirocini formativi e apprendistato”. Poi, sugli ammortizzatori sociali, per Magrini, esiste un problema legato alla natura delle crisi occupazionali in agricoltura. “Se pensiamo a crisi come quelle legate all’aviaria, al tabacco, allo zucchero o alla Bse - conclude - vediamo che sono state fronteggiate grazie soprattutto a strumenti come la cig in deroga, destinati a scomparire”.

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