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Il Delta del Po, le Alpi di Ledro e Judiciaria e l’Appennino Tosco-Emiliano, con le loro pratiche agricole ed agroalimentari rispettose della biodiversità, entrano nella Lista delle Riserve di Biosfera considerate uniche al mondo dall’Unesco

Ci sono tre nuovi siti naturalisti italiani, nella Lista delle Riserve di Biosfera considerate uniche al mondo dal Consiglio di coordinamento internazionale del programma Mab - Man & Biosphere dell’Unesco, riunito ieri a Parigi: il Delta del Po, le Alpi di Ledro e Judiciaria e l’Appennino Tosco-Emiliano, esempi di sviluppo socio economico incardinato su pratiche agricole tradizionali e rispettose della biodiversità, che portano a 13 le riserve italiane iscritte. Un risultato che, ovviamente, ha dato grande soddisfazione, sia al curatore dei dossier, Pier Luigi Petrillo, che ha sottolineato come questa sia “la prima volta che l’Italia riesce ad iscrivere tre siti tutti insieme”, che al Governo, a partire dall’ambasciatrice all’Unesco Vincenza Lomonaco, fino al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina.
“In tutti questi tre casi - spiega Petrillo, che ha negoziato per l’Italia le tre candidature - l’Unesco ha evidenziato come sia possibile assicurare lo sviluppo economico di un territorio nel rispetto dell’ambiente e del suo ecosistema, puntando su pratiche agricole tradizionali e su produzioni tipiche come il Parmigiano Reggiano nell’Appennino Tosco-Emiliano. Peraltro - osserva ancora il giurista - sono paesaggi rurali di eccellenza, ognuno con la sua specificità, e il fatto che l’Unesco li abbia riconosciuti tali conferma come l’Italia sia una culla di biodiversità”.
“L’Italia è la patria della biodiversità - aggiunge il Ministro Martina - e questo ulteriore riconoscimento dell’Unesco lo conferma. Viene ribadita ancora una volta la centralità che l’agricoltura e le pratiche agricole tradizionali rivestono nell’assicurare lo sviluppo sostenibile e nel tutelare i territori del nostro Paese. Il fatto che l’Unesco abbia confermato - prosegue Martina - l’importanza del ruolo degli agricoltori e dei pescatori di queste zone come sentinelle della biodiversità è motivo di orgoglio. Le culture tradizionali delle Alpi di Ledro e Judiciaria, le pratiche di pesca ataviche nel Delta del Po, il turismo rurale e i grandi prodotti tipici dell’Appennino tosco-emiliano come il Parmigiano Reggiano rappresentano un modello di riferimento per tutto il mondo - conclude il ministro Martina - sono esempi concreti di come si possano far convivere qualità, innovazione e sostenibilità”.

Focus - I tre nuovi siti naturalisti italiani nella Lista delle Riserve di Biosfera Unesco
Delta del Po Si tratta di un territorio tra il Veneto e l’Emilia-Romagna, di circa 140mila ettari, con una popolazione di 120.000 abitanti. “Il paesaggio del Delta del Po rappresenta una identità unica e un patrimonio estremamente significativo di biodiversità” si legge nella motivazione data dal Consiglio intergovernativo dell’Unesco.
Alpi di Ledro e Judiciaria Sito compreso tra le Dolomiti, il Lgao di Ledro, il Lago di Carera e il Lago di Garda, di circa 47.500 ettari, comprendente diversi habitat e culture tradizionale, con una popolazione di circa 15.800 abitanti. Qui l’agricoltura è la principale fonte di reddito; specialmente la viticoltura, l’olivicoltura, la coltura di frutta e verdura tradizionale.
Appennino Tosco-Emiliano Frontiera climatica euro-mediterranea, il territorio è compreso tra la Regione Toscana e l’Emilia-Romagna: si sviluppa per oltre 223mila ettari e conta 1300 abitanti. L’Unesco evidenzia come questo sito sia unico per aver sviluppato, all’interno di aree protette dal punto di vista ambientale, un turismo enogastronomico basato su prodotti tipici e tradizionali.

Focus - Coldiretti: con aree naturalistiche e parchi Unesco cresce il turismo in Italia, anche grazie agli agricoltori
“L’iscrizione di tre nuovi siti naturalisti italiani nella Lista delle Riserve di Biosfera considerate dall’Unesco uniche al mondo spinge verso un nuovo record il turismo legato alla natura che, in controtendenza, negli anni della crisi ha fatto registrare un aumento del 9% delle presenze che raggiungono la cifra record di 102 milioni di presenze nel 2014 per un fatturato complessivo di quasi 12 miliardi di euro”.
Emerge da una analisi della Coldiretti dopo l’iscrizione nella lista Unesco del Delta del Po, delle Alpi di Ledro e Judiciaria e dell’Appennino Tosco-Emiliano, sulla base dei rapporti Ecotur dal 2007 ad oggi.
“Salgono così ad un totale di 13 le riserve italiane iscritte a conferma del grande patrimonio naturalistico di cui dispone l’Italia che - sottolinea la Coldiretti - può contare su ben 871 i parchi e aree naturali protette che coprono ben il 10% del territorio nazionale. Un ottimo biglietto da visita nell’anno dell’Expo considerata anche l’elevata presenza di turisti stranieri interessati al turismo verde”.
“Se queste nuove aree sono acquisite al Patrimonio dell’umanità larga parte del merito - sostiene la Coldiretti - è legato ai servizi resi dalle imprese agricole per la sistemazione dei terreni, la lavorazione, le rotazioni e, sopra tutto in ragione del contrasto del consumo di spazio. In questi territori e a partire dalla biodiversità che si sviluppano delle filiere di successo risultato dell’innovazione organizzativa e della capacità di sviluppare valore aggiunto partendo dalle risorse naturali. C’è bisogno, tuttavia di assegnare una diversa funzione al lavoro degli agricoltori realizzando, finalmente, l’aspettativa del loro inserimento negli organismi di gestione così da realizzare migliori condizioni di integrazione con aspetti sociali come la fiducia, le tradizioni e la coesione di territori che non possono, comunque, essere imbalsamati”.

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