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CONTRAFFAZIONE

Il falso Parmigiano fuori dall’Ue “vale” 2 miliardi di euro. Ancora “fakes” scoperti ad Anuga

Ennesimo intervento del Consorzio guidato da Nicola Bertinelli nella più importante fiera europea del food & beverage, a Colonia, in Germania
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Il “ParVegano” scoperto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano ad Anuga

Secondo varie stime, tra cui quelle della Coldiretti, il giro d’affari del falso cibo made in Italy e dell’Italian Sounding valgono oltre 120 miliardi di euro nel mondo. Di questi, 2 miliardi di euro, secondo il Consorzio del Parmigiano Reggiano, sono a danno del più celebre dei formaggi italiani fuori dai confini dell’Ue. Pari a circa 200.000 tonnellate di prodotto, ovvero tre volte il volume del vero Parmigiano Reggiano esportato. A riportarlo è lo stesso Consorzio guidato da Nicola Bertinelli che, come spesso accade, anche in questa edizione 2025 di Anuga, una delle fiere più importanti al mondo nel settore alimentare e delle bevande, a Colonia, è intervenuto a tutela della sua Dop, individuando diversi casi di illecito, “in particolare di usi di nomi evocativi della Dop vietati all’interno dell’Ue, dove, grazie ad un Regolamento dell’Unione Europea che fornisce un’ampia protezione alle Ig e a diverse sentenze della Corte di Giustizia Ue, prodotti non conformi al disciplinare della Dop “Parmigiano Reggiano” che recano tali nomi non possono assolutamente essere commercializzati né pubblicizzati”.
Nello specifico, il Consorzio ha segnalato una salsa denominata “Garlic Parmesan Flavored Sauce”, nella quale il termine “Parmesan” designerebbe un aroma, e, quindi, un ingrediente pacificamente non conforme al disciplinare della Dop. L’autorità tedesca ha agito tempestivamente adottando misure amministrative adeguate a rimuovere il prodotto non conforme. Inoltre, il Consorzio ha rinvenuto un prodotto di origine vegetale, presentato come sostituto del formaggio, dal nome “ParVegano”, anch’esso ritenuto evocativo: in questo caso, il Consorzio ha scelto di indirizzare una lettera direttamente all’operatore, tramite i propri legali, intimandolo di rimuovere il prodotto dall’esposizione, cosa che è stata effettivamente fatta nel giro di poche ore, spiega una nota.
“La tempestività con cui le autorità tedesche sono intervenute a seguito della nostra segnalazione - ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - conferma l’efficacia del sistema europeo di tutela delle Dop. Dopo anni di contenziosi, il quadro normativo definito dall’Unione Europea impone chiaramente agli Stati membri l’obbligo di proteggere ex officio le denominazioni d’origine, assumendosi una responsabilità diretta nella vigilanza. In Europa il nostro sistema di tutela raggiunge livelli di efficacia ancora lontani in molte altre aree del mondo, dove l’Ue sta cercando di colmare il divario attraverso gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi. Fuori dall’Unione, infatti, continuano a verificarsi utilizzi ingannevoli della nostra denominazione, con conseguenze negative non solo per le nostre esportazioni, ma soprattutto per il consumatore, che crede di acquistare un prodotto autentico e viene invece ingannato. Questo nuovo episodio di violazione all’interno del territorio dell’Unione dimostra che è tempo di un deciso salto di qualità: servono regole comuni per gli enti fieristici europei, in modo da garantire eventi realmente “fake free” ed evitare costosi e inutili interventi successivi da parte dei consorzi e dei tribunali”.

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