Puntuale come il Natale, il fantasma “Federconsorzi” torna ad aleggiare nei lavori sulla Legge di Stabilità, con il Parlamento che in queste ore sta votando diversi emendamenti al testo. Era già successo nel 2013 e nel 2014, e accade anche ora.
“La vecchia politica non muore mai. In queste ore, con un pressing sui componenti della Commissione Bilancio della Camera, ci si prepara a presentare un emendamento, che è l’ennesimo tentativo di resuscitare la Federconsorzi a vent’anni anni dal suo commissariamento e destinarle ben 400 milioni di euro frutto degli ammassi dei Consorzi Agrari. Ogni anno, quando è in discussione la Legge di Stabilità, ci tocca assistere al desolante tentativo di privatizzare risorse pubbliche importanti destinate all’agricoltura e al suo sviluppo. Siamo assolutamente contrari a questa iniziativa e, in ripetute occasioni, abbiamo posto l’accento sul fatto che i crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali svolte dai consorzi per conto ed interesse dello Stato, non possano essere finalizzati alla ricostruzione di Federconsorzi che, per legge, avrebbe già dovuto essere sciolta e liquidata definitivamente”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che rinforza quando già detto da Agrinsieme, che mette insieme anche Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri e Alleanza delle Cooperative: “circola, insistente, la voce di un possibile emendamento che riesumi la Federconsorzi. Se fosse vero, a parere di Agrinsieme, un gruppo ristretto e privato di soggetti verrebbe così a beneficiare di risorse pari o superiori a quanto fatto - e positivamente - per l’intero comparto agricolo nella stessa legge di stabilità. Se veramente ci fosse tale disponibilità, ma ne dubitiamo - sottolinea il Coordinamento - questa somma, indirizzata al sistema agroalimentare tutto con un vero progetto di sviluppo, potrebbe raddoppiare l’impegno del Governo e del Parlamento a favore dell’agricoltura”.
“Siamo pronti a dare battaglia per impedire un’operazione del genere - aggiunge il presidente Cia Dino Scanavino - che definiamo a dir poco scandalosa”.
Una storia “eterna”, dunque, quella di Federconsorzi, che Agrinsieme già in passato ha dipinto come “uno dei più grandi scandali finanziari del Paese, costretto a chiudere i battenti nel 1991, dopo un crack da 6.000 miliardi di lire, che oggi varrebbero quasi 4 miliardi di euro”.
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