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Il Festival del Cinema di Berlino premia Slow Food: la Berlinale ha consegnato il premio “Camera Award” al fondatore e presidente del movimento della chiocciolina, Carlo Petrini, e alla vice presidente internazionale, Alice Waters

Non Solo Vino
Dieter Kosslick, direttore Festival Cinema di Berlino, premia Slow Food: Carlo Petrini e Alice Waters

Il Festival del Cinema di Berlino premia Slow Food: la Berlinale (di scena fino al 15 febbraio, www.berlinale.de) ha consegnato il premio “Camera Award” al fondatore e presidente del movimento della chiocciolina, Carlo Petrini, e alla vice presidente internazionale Alice Waters, ideatrice, tra l’altro, del progetto “Edible Schoolyards” in America. “Il loro contributo non solo ha dato alla Berlinale un nuovo impulso nel 2006, che ha portato alla creazione della sezione “Culinary Cinema” nel 2007, ma ha ispirato eventi legati al cinema e alla gastronomia in tanti altri Paesi”, ha spiegato Dieter Kosslick, direttore della Berlinale, all’edizione n. 65.

“Il concetto di “food for thought” (cibo da pensare) è nato da Carlo Petrini e Alice Waters, e questo è il motivo per cui per la prima volta nella storia della Berlinale, diamo il Camera Award non a due produttori cinematografici, ma a due persone molto speciali che ci sono vicine. Sono molte le contraddizioni all’interno del sistema alimentare, e Slow Food può aiutarci ad affrontarle", ha detto
Kosslick. Petrini, dal palco, ha evidenziato come “oggi, finalmente, una nuova idea di gastronomia sta diventando sempre più popolare, permettendole di essere affrontata come merita, vale a dire come una scienza olistica che coinvolge antropologia, geografia, economia locale, l’intero processo di produzione e le persone che coltivano o cucinano un prodotto o un piatto”.

Guardando al Festival, nella sezione “Culinary Food”, anche quest’anno molti i titoli in proiezione, e non manca l’Italia, ovviamente.

A partire da “Chef’s Table”, lungometraggio dell’americano David Gelb che ha tra i protagonisti il tristellato Michelin Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena (insieme a Ben Shewry dell’Attica Restaurant di Melbourne, in Australia, Magnus Nilsson del Fäviken di Järpen, in Svezia), Francis Mallmann de El Restaurante Patagonia Sur di Buenos Aires, in Argentina, Niki Nakayama, del N/Naka Restaurant di Los Angeles, e Dan Barber del Blue Hill Restaurant di Stone Barns e New York City, in Usa).

Ma non mancano “chicche” come “La Ricotta” di Pierpaolo Pasolini, del 1963, con Orson Welles, o il “Segreto di Otello”, recente lungometraggio firmato da Francesco Ranieri Martinotti, che racconta la storia della celebre trattoria romana “Otello alla Concordia”, tavola e rifugio di personaggi come lo stesso Pasolini, Fellini, con testimonianze di nomi del calibro di Robert De Niro, Ettore Scola, Mario Monicelli e così via, passando per “Quando l’Italia mangiava in bianco e nero”, cortometraggio firmato da Andrea Gropplero di Troppenburg sugli ultimi 90 anni dell’evoluzione della tavola italiana raccontati attraverso filmati e foto d’autore.

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