“Il computer non sostituirà l’uomo. Perché le macchine, a differenza degli esseri umani, non hanno né coscienza né libero arbitrio”. A dirlo, a Terra Madre Salone del Gusto 2024 di Slow Food, a Torino (26-30 settembre), è il fisico Federico Faggin, l’uomo che ha inventato l’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo, in un talk che guarda di riflesso al tema dell’agricoltura, della produzione e del consumo di cibo, dove la tecnologia è sempre più presente e necessaria, ma dove l’uomo resta imprescindibile. “La Natura della Coscienza”, il titolo dell’approfondimento, con una riflessione sul ruolo dell’uomo, in quanto essere cosciente, all’interno di uno spazio fisico come la natura, e quindi anche sull’agricoltura.
“Il problema che abbiamo - ha spiegato il professore - risiede nella mancanza di comprensione della fisica. Alla base di tutto serve capire che noi dobbiamo mettere la cooperazione, non la competizione. Che si parli di cibo o di guerre, la competizione nasce dal bisogno di superiorità che ognuno di noi sente: vuol dire non aver capito fino in fondo chi siamo. Cuore e pancia aiutano a capirlo, il computer non può comprenderlo perché non ha empatia”.
Così, mentre anche nel mondo dell’agricoltura, la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale stanno venendo sempre di più in supporto agli agricoltori e anche ai viticoltori, secondo Faggin conviene rifiutare la posizione del “chi va là” e concentrarsi più sulle opportunità per il settore, invece che sui pericoli: “io rifiuto lo scientismo, ovvero quella concezione che ci porta a pensare che i computer e l’Ia ci supereranno - ha detto - questa idea altro non è che un postulato senza essere un postulato. Non dobbiamo cascarci. L’uomo non è una macchina che è o accesa o spenta come è invece un pc, e se non ce ne accorgiamo continueremo a credere a queste cose che ci dicono. Questo è un modo di pensare che porta a immaginare che un domani nel mondo si arrivi a uno scenario dove ci sono due potenze - l’uomo e la macchina - e che ne rimarrà uno solo. Non è così. Così come Slow Food non è una rete bucolica, ma è un concetto di vita che guarda dritto al futuro. Un movimento di persone capace di tradurre la fisica a beneficio del cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti ”.
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