È passato del tempo da quando i raspi venivano separati a mano a mano uno per uno, e i chicchi d’uva venivano schiacciati con i piedi. La produzione del vino negli anni ha fatto progressi attraverso una grande fase di studio e avvalendosi di macchinari appositi e sempre più sofisticati e precisi. Ora si sta aprendo una nuova fase: quella dell’Intelligenza Artificiale. Pur riconoscendone le straordinarie capacità, in molti ancora stanno cercando di capire come sfruttarne effettivamente le potenzialità al meglio: ci sono poi anche molti scettici, al limite dell’inquietudine. Felicity Carter, fondatrice della società di media B2B Drinks Insider e scrittrice di vino di fama mondiale, ha detto a Vinitaly 2024 (ed anche in questa intervista a WineNews) che “l’Intelligenza Artificiale verrà utilizzata per personalizzare sempre di più il vino e che nel futuro tutta la fase di produzione verrà migliorata” . I primi esperimenti, intanto, però, già ci sono, come riporta “Vitisphere” che ha intervistato Damien Fumey, Capo del Reparto Ricerca e Sviluppo di Sun’Agri in Francia.
“L’intelligenza artificiale ci aiuta a creare il micro-clima ideale per le viti - ha spiegato Fumey - man mano che si avvicina il freddo della notte, i tendaggi a protezione si spostano automaticamente per aumentare l’effetto serra e mantenere uno scarto di +2°C nella fase di germogliamento”. Lo stesso processo protegge le viti anche dagli sbalzi di calore. Romain Girardot, ingegnere di ricerca per Montpellier SupAgro, ha illustrato invece la sua mappatura dei vigneti. “Equipaggiando alle macchine di raccolta e alle tramogge un sistema di tracciamento satellitare, abbiamo sviluppato algoritmi che restituiscono informazioni in tempo reale sulle viti”. Questo consente di caratterizzare la vendemmia, confrontare varie scelte tecniche e prendere decisioni per la stagione successiva. Qualcosa di simile viene fatto attualmente in Australia.
Come riporta il “Weekly Times”, testata locale dedicata al mondo dell’agricoltura, sempre più viticoltori si stanno appoggiando a una particolare tecnologia che consente di irrigare le vigne senza sprechi né eccessi: il sistema Transp-IR rileva i livelli di umidità di una vite attraverso dei sensori posti appena sopra la coltura. La pianta comunica direttamente con l’uomo e gli dice quando, e se, ha bisogno di acqua o no. Sempre il “Weekly Times” cita un altro modello virtuoso: attraverso fotocamere GoPro indossate dagli operai, i video registrati confluiscono in un apposito portale dove l’Intelligenza Artificiale rilascia informazioni specifiche su quel vigneto in quel determinato momento. Questo, oltre a migliorare l’analisi dei dati in fase di produzione, riduce anche i costi di manodopera.
Tagliando l’erba o raccogliendo raspi, viene fatto contemporaneamente anche un check sullo stato di salute dei vigneti: come stanno performando, dove intervenire, se hanno malattie. La stessa Felicity Carter, fondatrice della società di media B2B Drinks Insider e scrittrice di vino di fama mondiale, a Vinitaly 2024, aveva osservato che ,negli Stati Uniti, si perdono complessivamente 3 miliardi di dollari all’anno a causa delle malattie delle viti . È chiaro che, al momento, il costo della viticoltura di precisione è proibitivo per i piccoli produttori, ma con l’evolversi della tecnologia e l’ingresso di più concorrenza nel mercato i prezzi dovrebbero diminuire. Al momento la maggior parte delle aziende non utilizza nessuna forma di Intelligenza Artificiale. Convincere le cantine dei potenziali benefici sarà una delle prossime sfide dell’industria dell’Ia. Ed anche per quella del vino.
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