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“IL G20 METTA IL SETTORE AGROALIMENTARE AL CENTRO DELLE POLITICHE MONDIALI”.L’APPELLO DEL PRESIDENTE CIA POLITI. PER IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ROMANO: “BISOGNA PROMUOVERE UNA MAGGIORE EQUITÀ E TRASPARENZA DEI MERCATI INTERNAZIONALI”

“Bisogna rimettere l’agricoltura al centro delle politiche europee e mondiali, valorizzando il suo contributo nella sfida all’approvvigionamento alimentare globale e nella lotta alla povertà e alla denutrizione dei Paesi in via di sviluppo”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori: “serve più agricoltura per sfamare il mondo - spiega Politi - ma per assolvere a questo compito è necessario prima di tutto stabilizzare i mercati, contrastando le speculazioni finanziarie legate al commercio delle materie prime agricole. Un fenomeno immorale e vergognoso”.
Ma non basta. “Per rispondere alla crescente domanda alimentare globale - continua il presidente della Cia - è fondamentale aumentare la produzione agricola nei paesi sviluppati come nel Sud del mondo, sia destinando nuove terre all’agricoltura sia incrementando la produttività. Insomma, soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà di 9 miliardi di persone vuol dire aumentare gli investimenti nel settore primario, individuando allo stesso tempo una strategia comune per limitare il drammatico impatto delle crisi alimentari, adattare l’agricoltura ai mutamenti climatici, dare priorità alla disponibilità e all’uso efficiente dell’acqua, tutelare i redditi degli agricoltori. Si tratta di reinventare l’agricoltura mondiale in chiave sostenibile - conclude Politi - partendo dalle proposte contenute nella dichiarazione finale del G120, sottoscritta il 17 giugno da 120 organizzazioni agricole di 75 Paesi, tra cui per l’Italia anche la Cia”.
“Il G20 dell’Agricoltura, e che giunge in una fase congiunturale del comparto abbastanza delicata, affronta dei temi di importanza strategica quali ad esempio l’instabilità dei prezzi e la sicurezza alimentare, sotto il profilo di una sempre maggiore richiesta di cibo da parte di nuove fasce della popolazione mondiale - spiega il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano -. I lavori sono propedeutici all’adozione di un piano di azione capace di garantire la trasparenza dei dati sulla produzione e sui consumi. Si tratta di strumenti utili a stabilizzare i mercati e ad assicurare maggiori garanzie ai produttori, limitando in questo modo tensioni e fenomeni di speculazione. Ritengo inoltre che una maggiore conoscenza dei dati non potrà che garantire un’efficace opera di programmazione in termini di investimenti e di pianificazione. Una maggiore apertura dei mercati - ha aggiunto il Ministro - non può prescindere da un graduale allineamento delle regole di produzione tra i diversi partner commerciali: così facendo si assicureranno uniformità ed elevati standard in materia di qualità dei prodotti, di tracciabilità, di sicurezza, di rispetto dell’ambiente. L’obiettivo è quello di promuovere una maggiore equità e trasparenza dei mercati internazionali in modo da renderli inclusivi ed aperti. Per quanto concerne l’incremento delle produzione e della produttività, sono convinto che il G20 - Agricoltura possa immediatamente attivarsi nei campi della ricerca e dell’innovazione. Sul tema delle regole e dei controlli negli scambi commerciali non può che valere il principio di reciprocità cui fa riferimento il mio omologo francese Bruno Le Maire, convinto come sono che l’Unione Europea possa e debba dire la sua”.

Focus - G20: coldiretti, al via con grano a prezzi dimezzati rispetto a record
Il G20 dell’agricoltura prende il via con il prezzo del grano che è sceso ai valori minimi da una anno anche per effetto delle speculazioni finanziarie che provocano una insostenibile volatilità dei prezzi. Lo afferma la Coldiretti per il G20 dell’agricoltura che si tiene a Parigi sulla base delle quotazioni rilevate al Chicago Board of Trade, dove il grano per consegna a luglio è quotato attorno ai 6,5 dollari per bushels, pari alla metà del valore raggiunto con il record storico nel febbraio 2008. L’emergenza alimentare, sostiene Coldiretti, non si risolve certo con i prezzi bassi all’origine per i produttori perchè questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive.
“L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è - sottolinea la Coldiretti - sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia dove hanno provocato una insostenibile volatilità dei prezzi che mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi. Si tratta degli effetti drammatici di una globalizzazione senza regole che ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi con effetti che vanno al furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi più poveri fino alla speculazione sulle materie prime”.
Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi nell’ambito della riforma di mercato della politica agricola comune. Occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero. Alle agricolture di tutto il mondo, conclude Coldiretti, devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori.

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