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IL GAMBERO ROSSO “STRONCA” IL “SALONE DEL GUSTO”: IL DIRETTORE STEFANO BONILLI CRITICA PESANTEMENTE LE DISFUNZIONI DI UN SALONE TROPPO AFFOLLATO

A criticare il Salone del Gusto n. 6, niente di meno che il direttore del Gambero Rosso Stefano Bonilli che, dal suo blog personale “Papero giallo”, ha espresso una pacata quanto severa critica all’organizzazione della kermesse di Torino.
“Il successo può diventare il tuo peggior nemico e nel caso del Salone del Gusto, il suo successo sta trasformando la kermesse in una vera sfida per la soppravivenza … . Per entrare si fa un’ora di fila. Ma non è nulla in confronto a quello che ti aspetta dentro: caldo insopportabile, impossibilità di camminare o fermarsi ad assaggiare perchè pressati da una folla superiore ad ogni aspettativa, rumore assordante e clima che non ha nulla di slow …”.
“Senza Terra Madre - prosegue Bonilli - il Salone sarebbe solo un grande mercato con prodotti introvabili nella maggior parte dei casi, spesso costosi e comunque difficilmente accessibili per un pubblico medio. Una grande idea dopo dieci anni chiede la capacità di rinnovamento, merito di Slow Food è di avere portato al centro dell’attenzione le tematiche del cibo, tutte, dalle più edonistiche a quelle epocali e aventi come tema la sostenibilità”.
Secondo il direttore del Gambero Rosso non è necessario “che ogni volta che si fanno delle critiche sia necessario cautelarsi dicendo tutto il bene di Slow Food e di Petrini e poi buttare là distrattamente un ma ... . Il Salone del Gusto così com’è - prosegue Bonilli - non credo possa andare avanti: devono essere introdotti pesanti correttivi e gli uomini di Slow sono tra i più bravi organizzatori” ma debbono “cambiare perchè una bolgia come quella di sabato, dopo avere pagato 20 euro, non è accettabile - conclude Bonilli - in quanto dentro tutto diventava impossibile, faticoso, sofferto, anche fare la pipì e non mi sembra buono, giusto, equo, solidale e sostenibile …”.

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