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IL GIORNALE

Vino italiano a gonfie vele soprattutto grazie all’export ... Nel nostro Paese, invece, vendite leggermente calate, ma crescono quelle dei vini Doc. Si beve meno, ma si beve meglio... Il presente è fatto soprattutto di export, il futuro anche di un possibile recupero del mercato interno. Se ne parlerà molto al Vinitaly, l’appuntamento più importante del mondo vinicolo: vera festa per gli appassionati, irrinunciabile vetrina per gli addetti ai lavori. Il dato di fatto è che mentre le nostre bottiglie sono sempre più popolari fuori dai confini, prosegue il calo dei consumi interni: dai 100 litri pro capite degli anni ‘70 si è arrivati ai 45 litri del 2007 fino ai circa 40 litri a testa di oggi; un trend destinato, secondo le previsioni, a diminuire ulteriormente entro il 2015. Quasi un paradosso pensando che la “cultura” del vino non è mai stata così diffusa e il prodotto mai così valido. Ma la crisi economica e la maggiore preoccupazione per i controlli sulle strade stanno avendo un forte impatto sul pubblico, con i risultati che si vedono soprattutto nella grande distribuzione, più o meno il 60% del mercato totale. Il dato totale delle vendite del vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino brik) nel 2010 rispetto all’anno precedente è negativo, facendo segnare meno 0,9% a volume (più 0,4% a valore). Va detto però che crescono le vendite delle bottiglie da 0,75 l. a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) che aumentano del 2,3% a volume (e del 3% a valore). E ancora più significativo è l’aumento delle vendite delle bottiglie a denominazione di origine della fascia di prezzo da 6 euro in su, che mettono a segno un +11,2% a volume (e +10,8% a valore). Il segnale - decisamente positivo - che l’italiano apprezza la qualità e che ha imparato a bere meno ma meglio.

In definitiva cosa aspettarsi dal 2011? Una risposta prova a darla un’inchiesta Vinitaly-Winenews condotta fra le cinquanta aziende più rappresentative del made in Italy in bottiglia, reduci da una buona stagione: fatturati cresciuti mediamente dell’8% - ma c’è anche chi è arrivato al 25% - ed export che corre a due cifre (+14%), A tirare la volata sono decisamente le esportazioni, in crescita per il 90% delle aziende interpellate, con percentuali che vanno dal 3% fino al 50%. Ma ancora più importante è che il 75% delle aziende interpellate ha una visione abbastanza positiva sull’anno appena cominciato, ulteriormente “rinforzato” da un 15% che lo prevede positivo, contro un 10% che, invece, lo percepisce ancora negativo. Il 2011 si presenta, dunque, come un anno che potrebbe sancire il definitivo recupero del trend di crescita innescato nel 2007. Per riuscirci, le aziende puntano sulla qualità ma anche su idee nuove che per fortuna non mancano.

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