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“IL GOVERNO APRA SUBITO UNA NUOVA STAGIONE ANCHE PER L’AGRICOLTURA E L’AGROALIMENTARE. LA CRESCITA DEL SETTORE PUÒ CREARE PIÙ DI 100.000 NUOVI POSTI DI LAVORO E CONTRIBUIRE ALLA RIPRESA DEL PAESE”. COSÌ IL PRESIDENTE DELLA CIA GIUSEPPE POLITI

“Dopo 10 anni di nessuna strategia agraria occorre una svolta”: così il presidente (uscente) della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Giuseppe Politi ha aperto oggi a Roma i lavori dell’Assemblea elettiva dell’Organizzazione n.6 che dureranno fino a domani. L’assemblea di Roma, che è chiamata a rinnovare i vertici dell’organizzazione agricola che conta oltre 850.000 produttori iscritti.
Proprio da Politi è partito l’appello al nuovo Governo per far aprire subito una nuova stagione anche per l’agricoltura e l’agroalimentare. “La crescita del settore - ha affermato il presidente Politi - può creare più di 100.000 nuovi posti di lavoro e contribuire alla ripresa del Paese. Per questo è indispensabile una rinnovata politica agraria nazionale, soprattutto in vista della nuova Pac che sarà operativa dal 2015 e dell’importante appuntamento dell’Expo. Bisogna ridurre i costi e la burocrazia che annientano la competitività delle aziende e le mettono fuori mercato. Occorre - ha aggiunto - una politica orientata alle imprese, nelle loro diverse articolazioni, aggregazioni e rapporti con il mercato. Bisogna perseguire l’obiettivo di collocare il sistema agroalimentare e le sue imprese nelle dinamiche della crescita. Insomma, serve un cambio di marcia. Negli ultimi dieci anni è mancata una vera politica per l’agricoltura. Non c’è stata una strategia mirata. E’ venuto meno un disegno organico che coinvolgesse tutto il sistema agricolo-alimentare. Si è pensato unicamente al contingente, a superare quella o quell’altra emergenza. Mai si è capito che era tempo di ridisegnare uno scenario nuovo per il settore”.
“Abbiamo vissuto - ha detto Politi - d10anni di crisi e l’assenza di una strategia organica da parte di governi, Parlamento e Regioni (la Pac è stata, in tutti questi anni, la politica agricola nazionale sia come indirizzi sia come risorse) ha avuto effetti gravi sull’agricoltura e sulle imprese agricole. Valgono pochi, ma significativi dati: dal 2004 la produzione agricola aumenta del 3%, ma solo per effetto dell’andamento dei prezzi, perché in volume, la produzione perde quasi l’11%. Il reddito agricolo per addetto è calato in Italia del 13%, mentre nella media europea aumenta del 16,3%. “Vogliamo - ha rimarcato il presidente della Cia - un’agricoltura forte e imprese competitive capaci di produrre reddito per gli agricoltori e ricchezza per la nazione: ciò non è possibile senza un progetto e una rinnovata e credibile politica agraria. Non possiamo affrontare le sfide solo basandoci su misure parziali capaci, nella migliore delle ipotesi, di aiutarci a fronteggiare ricorrenti emergenze. Le sfide si vincono se vi saranno decisioni rapide, coraggiose e innovative coerenti con un disegno capace di guidare e rilanciare la nostra economia riconoscendo il contributo del settore agricolo. Alle forze politiche e soprattutto al nuovo governo diciamo fin da adesso che le strategie economiche e sociali devono puntare anche sul settore primario e far sì che esso sia messo nelle opportune condizioni per crescere in maniera equilibrata e uscire da quella crisi strisciante che ormai lo attanaglia da alcuni anni. Confidiamo molto nell’impegno e nelle capacità del neo-ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina con il quale in questi mesi abbiamo lavorato bene e con primi importanti risultati. Riteniamo indispensabile che governo e Parlamento mettano al centro della propria agenda il tema delle relazioni di filiera e dell’organizzazione economica degli agricoltori. L’Italia - ha detto ancora Politi - ha bisogno di filiere agricole e agroalimentari più competitive, più organizzate, con una maggiore capacità contrattuale degli agricoltori. Occorre un vero momento di discontinuità della politica agraria italiana che riconosca nell’organizzazione delle filiere e nell’economia contrattuale gli assi d’azione più importanti e innovativi”.
“Abbiamo alle spalle un periodo pieno di difficoltà e di problemi, di emergenze e di trasformazioni che hanno fatto sentire i loro pesanti effetti sulle imprese. Abbiamo di fronte un periodo nel quale predominano le incertezze e che è sempre più segnato da crescenti pressioni concorrenziali. Da qui l’esigenza - ha concluso il presidente della Cia - di cambiare e in maniera radicale. Riaccendiamo i riflettori sull’agricoltura e l’agroalimentare per segnare finalmente la svolta”.

Focus - Assemblea Cia, Don Ciotti: “contro le mafie uniti si vince. Non è opera di navigatori solitari”
“Uniti si vince. No ai navigatori solitari. L’agricoltura è un bene comune che deve essere tutelato. E’ solo con la speranza e la consapevolezza che unendo le forze delle persone e delle organizzazioni oneste si diventa una forza che si afferma”. Lo ha detto Don Luigi Ciotti intervenendo alla sesta Assemblea elettiva della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Il fondatore di “Libera”, ha ringraziato il presidente Giuseppe Politi per il lavoro svolto in questi 10 anni di mandato.
“A fronte di una realtà inquietante dove gli affari sporchi delle mafie stanno contaminando l’intera filiera agroalimentare, dall’accaparramento dei terreni agricoli, l’intermediazione dei prodotti, il trasporto, lo stoccaggio fino all’acquisto di ristoranti, bar e centri commerciali, auspico - ha aggiunto Don Ciotti - che la sfida di Agrinsieme, una scelta mirata e fondamentale, continui perché solo insieme si combattono le mafie. L’agricoltura è vita. La terra insegna la costanza, la scrupolosità, la condivisione, ma soprattutto l’umiltà”.
Don Ciotti ha concluso parlando dell’etica della terra, con l’augurio alla Cia di essere eretici. “Perché eresia vuol dire scelta. Continuare, quindi, ad avere la forza di scegliere e di essere uniti nel nome della dignità e della libertà”.

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