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“Il Governo fermi l’aumento delle accise sulle birre, altrimenti il settore perderà 1.200 posti di lavoro. I continui aumenti sulla fiscalità della “bionda” decisi dallo Stato porteranno all’aumento dei prezzi”. L’allarme lanciato da Assobirra

“Il Governo fermi l’aumento delle accise sulle birre previsto a gennaio, altrimenti il settore perderà 1.200 posti di lavoro. Anche perché i continui aumenti sulla fiscalità della “bionda” decisi dallo Stato (+30% in 15 mesi) porteranno in realtà, a causa della flessione dei consumi (-5%) seguita all’aumento dei prezzi, nemmeno il 40% delle risorse attese: 68 milioni di euro invece di 177”. È l’allarme, lanciato da Assobirra, che ha presentato i dati di un’indagine, svolta con Ref, sugli effetti del caro-accise e nel sottolineare che la campagna “salvalatuabirra”, per invitare il Governo ad una fiscalità più amica sul prodotto, ha superato le 100.000 firme di adesione, con il coinvolgimento di noti personaggi dello sport e spettacolo tra cui Renzo Arbore, di cui è nota la passione per la birra.

“Se la nostra accisa fosse ai livelli (3-4 volte in meno) di Spagna e Germania - aggiunge Assobirra - il settore vedrebbe offrire 5.000 posti di lavoro in più”. “La birra - spiega Alberto Frausin, presidente di AssoBirra - è l’unica bevanda alcolica da pasto gravata da accisa in Italia e il Governo ha deciso di aumentare ancora la tassazione. Ma quando aumentano le tasse il prezzo sale, si riducono i consumi e anche lo Stato non ci guadagna quello che ha programmato. Mentre resta l’effetto depressivo di questi aumenti sull’occupazione: abbiamo già bruciato 1.200 posti di lavoro, ma siamo ancora in tempo a fermare l’ultimo aumento previsto a gennaio, salvaguardando così altri 1.200 posti lavoro”.

“Se il peso fiscale (accisa più Iva) su una bottiglietta di media gradazione da 66cl acquistata al supermercato a 1 euro è oggi pari a circa il 40% - osserva Filippo Terzaghi, direttore di Assobirra - a gennaio sfiorerà il 45%: quasi un sorso su due di quella birra se lo berrà, di fatto, il fisco”. Il complessivo aumento delle accise di 10 centesimi al litro - conclude lo studio Ref-Assobirra -porterà, inoltre, ad un aumento del prezzo medio del 2%, con punte del 7% nella gdo, con la previsione di una diminuzione dei consumi del 5%.

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