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IL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE PUO’ BATTERE LA CRISI. LA COLDIRETTI RICORDA I PRIMATI DEL WINE & FOOD TRICOLORE

L’agricoltura italiana è una realtà da primato a livello internazionale e dispone delle risorse per battere le difficoltà economiche che per il settore hanno poco a che fare con la pur importante crisi internazionale in quanto, nonostante le difficoltà, l’export alimentare aumenta, i consumi interni tengono e con essi i prezzi al consumo. E’ la fotografia del wine & food fatta dal presidente della Coldiretti Sergio Marini nell’incontro con il Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia per un confronto ed una analisi della situazione e per affrontare le emergenze: dai prezzi al latte, da lavoro alle calamità naturali.

L’agricoltura italiana - ha affermato Marini - sta vivendo indiscutibilmente un momento di seria difficoltà legato soprattutto alla forte compressione dei prezzi dei prodotti agricoli dovuta alle inefficienze e distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola e la Coldiretti è impegnata per la diffusione di una filiera tutta agricola e tutta italiana e firmata dagli agricoltori. Ma alla difficile situazione congiunturale - ha continuato Marini - si vanno a sommare incertezze normative e finanziarie quali la vicenda delle quote latte, il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, l’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti e la fiscalizzazione degli oneri contributivi che vanno affrontate e risolte per garantire la trasparenza e permettere al settore di esprimere la propria competitività.

L’agroalimentare made in Italy rappresenta il 15% del Prodotto Interno Lordo (Pil), secondo solo al comparto manifatturiero. Il fatturato nazionale (agricoltura, industria, distribuzione e servizi) - rende noto la Coldiretti - vale oltre 180 miliardi di Euro. Oltre 45 miliardi di euro è il valore della produzione del solo settore agricolo. In agricoltura sono presenti quasi un milione di imprese (il 15 per cento del totale delle imprese italiane) mentre circa 70.000 sono quelle dell’industria alimentare. La superficie agricola coltivata è di circa 15 milioni di ettari, che rappresenta quasi la metà dell’intera superficie nazionale. Una attività che ha consentito di raggiungere primati quantitativi con l’agricoltura italiana che è in Europa il primo produttore di vino e mosti, riso, tabacco, frutta fresca e ortaggi freschi; il secondo produttore di fiori, uova e pollame; il terzo produttore di carne bovine, barbabietola da zucchero, di frumento. L’agricoltura italiana ha fatto la scelta di una campagna libera da organismi geneticamente modificati, che ha conquistato:

- la leadership europea nel biologico. In Italia - riferisce la Coldiretti - si trovano un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione superando il milione di ettari (1.067.101,66 ettari) con 49.859 imprese agricole.

- la leadership europea nei prodotti tipici. Sono 176 i prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, 114 Dop e 62 Igp (58 prodotti ortofrutticoli, 38 oli extravergini di oliva, 35 formaggi, 30 prodotti a base di carne, 4 prodotti da panetteria, 4 spezie o essenze, 2 aceti, 2 prodotti di carne e frattaglie fresche, 1 prodotto della pesca e 1 miele);

- un ruolo di primissimo piano in campo enologico. Sono 477 - precisa la Coldiretti - i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (316 vini Doc, 41 Docg e 120 Igt pari ad oltre il 60% della produzione vinicola nazionale);

- il record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge, riconosce il primato della sanità e sicurezza alimentare del made in Italy alimentare;

- una ricchezza unica nei prodotti agroalimentari tradizionali. Nell’ultimo, recentissimo elenco (ottava revisione) sono 4.396 le specialità tradizionali censite dalle Regioni in quanto ottenute secondo metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo e regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Si tratta, per la precisione di 1.313 paste fresche e prodotti panetteria, biscotteria, pasticceria, confetteria, 1.237 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 733 carni, frattaglie fresche e loro preparazione, 455 formaggi, 149 bevande analcoliche, distillati e liquori, 149 prodotti di origine animale come miele, lattiero-caseari, escluso il burro, 138 preparazioni di pesci, crostacei e tecniche particolari di allevamento, 142 piatti composti o prodotti della gastronomia, 47 grassi come burro, margarina e oli e di 33 condimenti;

- il primato nelle falsificazioni del “made in Italy”. Si stima, infatti, che sia falso un piatto italiano su tre e che il fatturato dei prodotti made in Italy taroccati raggiunga gli oltre 50 miliardi di euro. In nessun Paese del mondo, la “pirateria agroalimentare” colpisce come sul prodotto agroalimentare italiano, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Sono Parmigiano Reggiano e il Grana Padano i due prodotti tipici più imitati nel mondo che diventano Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud America o Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma anche “Grana Pardano”, “Grana Padana” o “Grana Padona”, solo per citare le più colorite e smaccate spuntate negli Stati Uniti. Ma molti altri sono i casi di inganni a tavola dove vengono spacciati come made in Italy cibi ottenuti da allevamenti e coltivazioni realizzate migliaia di chilometri di distanza dal Belpaese come nel caso del concentrato di pomodoro cinese rilavorato in Italia o in quello dei prosciutti: quattro su cinque di quelli venduti in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta e con l’uso di indicazioni fuorvianti come “di montagna” e “nostrano” che ingannano il consumatore sulla reale origine;

- un paesaggio unico che è metà di un crescente flusso turistico nei 772 parchi e aree protette presenti in Italia che coprono ben il 10% del territorio nazionale. Una tendenza confermata dalla crescita dell’agriturismo che può contare in Italia su 16.000 aziende agricole;

- una grande credibilità e responsabilità nei confronti dei consumatori. La provenienza nazionale degli alimenti gioca un ruolo importante nella percezione di sicurezza alimentare con quasi 9 italiani su 10 che si fidano di più se ciò che arriva sulle loro tavole è stato prodotto entro i confini nazionali con un atteggiamento in aumento nel corso degli ultimi 3 anni secondo quanto emerge dall’Indagine Coldiretti-Swg “Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione”.

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