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Il mantra del mondo enoico? La sostenibilità, a tutti i livelli, dal campo alla bottiglia. Sfida raccolta anche da Diam, big francese dei tappi in sughero microagglomerato, che lancia “Origine by Diam”, con collanti e microsfere di origine organica

Italia
Il mantra del mondo enoico è la sostenibilità, a tutti i livelli, dal campo alla bottiglia. E adesso arriva il tappo sostenibile Diam

Nel mondo dell’agricoltura, ad ogni livello ed in ogni “campo”, il mantra è ormai uno solo: sostenibilità. Il superamento, o comunque la riduzione, dell’utilizzo di sistemici e fitofarmaci, a partire dal vigneto, primo “consumatore” di prodotti chimici tra i diversi ambiti del primario, è diventata una vera e propria sfida, figlia di una necessità tutta nuova, quella di riconciliarsi con la terra, e sentita dalla stragrande maggioranza di consumatori e produttori. Una dinamica a cui il mondo del vino ha imparato a rispondere già da qualche anno, con una massiccia conversione alla conduzione biologica dei vigneti di tutto il mondo, e l’Italia che da sola vanta il 22% dei filari bio di tutto il mondo, pari ad una superficie complessiva di 83.642 ettari.

Ma non basta, perché quella del vino è una filiera complessa, che nel suo cammino ne incrocia tante altre: dall’industria del vetro a quella delle etichette, da quella delle capsule a quella dei tappi, una componente fondamentale per la conservazione del vino, forse la più sensibile ai processi innovativi ed alla ricerca. E se la lotta al Tca (la fatidica molecola di tricloroanosolo responsabile del sentore di tappo) resta l’obiettivo primario per i grandi produttori di tappi in sughero, quello della sostenibilità è diventato un argomento particolarmente sensibile per chi ha fatto del microagglomerato il proprio core business. Come Diam, azienda francese del Gruppo Oeneo che nel 2016 ha prodotto 1,3 miliardi di tappi, destinati a 10.000 cantine sparse 45 Paesi diversi. Prodotti per il 95% di farina di sughero, e per il restante 5% di collanti e microsfere da polimeri di origine chimica.

Proprio su quel 5% ha lavorato negli ultimi anni il team di ricercatori Diam, arrivando ad una soluzione, appunto, sostenibile: un legante di origine organica e microsfere di origine organica, senza allergeni né Ogm, per un tappo 100% naturale, altamente idrorepellente e molto stabile. Il risultato si chiama “Origine by Diam”, un tappo che ricalca la serie “Diam 10” e “Diam 30” (e presto anche il “Mytik”, il tappo per i vin frizzanti, ndr), pensata quindi per i grandi vini ed i lunghi affinamenti in bottiglia, ma che come legante utilizza la cera d’api (emulsionata con acqua), che garantisce una grande idrofobia, protegge i tappi da eventuali risalite capillari e permette di controllarne la durata di vita, mentre le microsfere, anch’esse di origine organica, derivano dall’olio di ricino.

Il costo? Il 40% in più del tappo “base”, con la consapevolezza, però, di offrire una risposta forte ad esigenze sempre più sentite dal mercato, anche se scienza e progresso, nella visione di Dominique Tourneix, direttore generale Diam, non sono mai da vedersi come in contrapposizione con la natura. “La rivoluzione industriale ha generato correnti di pensiero che mettono in contrapposizione la natura al progresso e alle invenzioni. Oggi - spiega Tourneix - la scienza aiuta il progresso a riconciliarsi con la natura includendolo in uno schema virtuoso: lo sviluppo sostenibile. Le vere conquiste tecnologiche si ispirano da sempre alla natura. Questa filosofia è alla base dello sviluppo tecnologico e industriale. Il modo migliore per conservare un prodotto agroalimentare è ispirarsi ai frutti che proteggono il seme. La scienza - continua il direttore generale Diam - ci consente di scoprire le potenzialità infinite suggerite dalle molecole dei frutti. Ci siamo ispirati alla natura per perfezionare i nostri prodotti. Da questa idea nasce il concept dei tappi Diam: purificare il sughero attraverso un procedimento naturale allo scopo di eliminare le molecole che possono attaccare il gusto del vino. Numerose evoluzioni si sono susseguite rapidamente per permettere al nostro sughero di conservare in maniera ottimale i più grandi vini del mondo durante l’invecchiamento. “Origine by Diam” - conclude Tourneix - è in grado di offrire al mondo dei vini una tappatura sempre più naturale nel rispetto dell’ambiente e del pianeta”.
Info: www.diam-cork.com

Focus - Il mercato delle chiusure nel mondo
Ma qual è il panorama odierno delle chiusure nel mondo del vino? Innanzitutto, bisogna ricordare che non tutto il vino prodotto finisce in bottiglia, anzi: dei 260 milioni di ettolitri prodotti nel 2016, che equivalgono a 35 miliardi di bottiglie potenziali, poco più della metà viene imbottigliato, per un totale di 20,5 miliardi di bottiglie, di cui 18 miliardi di vino fermo e 2,5 miliardi di vini frizzanti. Rimanendo sulla prima tipologia, che rappresenta evidentemente la più importante, è importante sottolineare come il mercato sia cambiato sensibilmente: se nel 2006 i tappi in sughero chiudevano il 78% delle bottiglie, oggi la quota è scesa al 61%, per un totale di 11 miliardi di pezzi, mentre i tappi a vite hanno vissuto una vera e propria esplosione, passando dal 5% del 2006 al 26% del 2016, ormai accettati a tutte le latitudini, almeno per i vini di consumo quotidiano, specie i bianchi, per un totale di 4,6 miliardi di tappature. Sembra arrestarsi, invece, la corsa dei sintetici, passati dal 17% al 13% del mercato, per un totale di 2,4 miliardi di tappi, con una quota importante legata ad i grandi della produzione Usa, come Gallo e Costellation Brands. Analizzando quindi il segmento delle chiusure in sughero, passate dai 14 miliardi di pezzi del 2006 agli 11 miliardi del 2016, è interessante sottolineare come i tappi tradizionali abbiano sostanzialmente retto (dal 43% al 41%, per 4,5 miliardi di tappi), mentre la quota dell’agglomerato e dei tappi tecnici sia stata scalfita in maniera importante dal microagglomerato. Se nel 2006 il microagglomerato valeva l’11% del mercato, e gli altri tappi tecnici il 46%, oggi i primi rappresentano il 33% del totale dei tappi in sughero, con la quota di tappi Diam passata dal 4% al 10%, ed i secondi sono scesi al 26%.

Focus - Profilo aziendale Diam
Le società che fanno capo al gruppo Oeneo, società che ha sede a Parigi ed è quotata in Borsa in Francia, sono tre: la Diam, che produce 2 miliardi di tappi in microagglomerato all'anno e ha chiuso il bilancio 2016 a quota 129,8 milioni di euro; la Seguin Moreau (che ha sede a Cognac) che produce barriques; la Vivelys, società di servizi e consulenze per prodotti enologici alle aziende.
La Diam ha tre impianti, di cui uno a Ceret, in Francia, ed uno a San Vicente de Alcantara. Da metà settembre 2015 il gruppo ha rilevato Piedade, produttore storico del Portogallo di tappi tradizionali e tecnici, una sorta di complemento di gamma da 40 milioni di euro di fatturato annuo. Diam è anche possessore di 14 brevetti. Per Diam, il mercato italiano è il secondo più importante, dopo quello francese: dal 2007 ad oggi la Diam è passata a vendere in Italia da 30 ad oltre 340 milioni di tappi. In Italia la gestione e la commercializzazione è affidata al Gruppo Araldo, alla Belbo Sugheri e alla Diam Sugheri, a Calamandrana (Asti).
Il 65% del gruppo Oeneo è di proprietà della famiglia Heriard Dubreuil (tra le 50 famiglie più ricche di Francia), che controlla anche, attraverso la finanziaria Andromede, un'importante quota (70%) della Rémy Martin (il presidente è Dominique Hériald Dubrieu) e della Rémy Cointreau. La famiglia controlla anche altre importanti società di moda negli Usa.

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