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ATTUALITÀ

Il mercato del vino sta cambiando, ma il marchio ed i terroir hanno sempre un grande valore

Dal mondo della distribuzione di vini e distillati, analisi, a WineNews, di Luca Cuzziol, presidente Excellence che riunisce 21 realtà leader d’Italia

Generalizzare, nel mondo del vino, è una strategia di analisi sbagliata, soprattutto in questo periodo storico di grandi cambiamenti, da quelli climatici alla parte legata ai consumi, dove non tutti procedono alla stessa velocità. Dai canali della gdo all’horeca, il prodotto vino, nella distribuzione, si sta evolvendo in modo differente, così come le sue tipologie che vedono i rossi perdere terreno a favore dei bianchi, e, soprattutto, delle bollicine, sempre più in sintonia con le nuove scelte dei wine lovers che sembrano prediligere un vino con una gradazione alcolica più bassa ed in grado di accostarsi meglio al consumo “fuori-casa” che ha preso il largo. Ma anche per i vini rossi, la questione non va generalizzata, perché le denominazioni che fanno rima con storia, blasone e riconoscibilità, sono ancora in grado di esprimere un fascino importante in coloro che cercano un prodotto di qualità. L’horeca, nei primi 9 mesi 2023, aveva registrato tendenze positive al contrario dei volumi di vendita di vino nella gdo (-3%), senza dimenticare che, nel periodo gennaio-settembre 2023, in Italia, il retail ha registrato un valore di vendite di vino pari a 65 miliardi di euro, in crescita a valore sullo stesso periodo 2022 per effetto dell’inflazione, ma ancora in rosso a volume. La scelta di un vino, quando siamo davanti allo scaffale, è inoltre sempre più condizionata da quello che si trova scritto nell’etichetta, il primo contatto con quella “sostenibilità” sempre più ricercata, passa infatti da qui, un particolare che sta cambiando la vetrina dei prodotti proposti al pubblico.
Dallo stato di salute di gdo ed horeca, passando per i nuovi trend sempre più “salutistici” dei giovani, al “borsino” sui vini rossi, bianchi e sparkling, WineNews ne ha parlato con Luca Cuzziol (qui l’intervista-audio), presidente “Società Excellence”, che riunisce 21 importanti realtà leader della distribuzione d’Italia di vino e distillati (Sagna Spa, Gruppo Meregalli Spa, Cuzziol Grandivini srl, Pellegrini Spa, Balan Srl, Sarzi Amadè srl, Vino Design srl, Teatro del Vino srl, Proposta Vini sas, Bolis srl, Les Caves de Pyrene srl, Premium Wine Selection Pws srl, Ghilardi Selezioni srl, Visconti 43 Spa, Première srl, Agb Selezione srl, Apoteca, Ceretto Terroirs, Philarmonica srl, Spirits Colori srl, ViteVini) per un fatturato di oltre 330 milioni di euro, una realtà da 354 dipendenti e 2.045 agenti che operano su tutto il territorio italiano e rappresentano 2.185 aziende, due terzi estere e un terzo italiane, 23.487.769 bottiglie distribuite (+0,38% sul 2022). E che ha recentemente cambiato forma giuridica, con un nuovo nome e un consiglio di amministrazione più ampio, e la nascita di “Excellence Srl Sidi Società Italiana Distributori e Importatori”, la nuova denominazione sociale che, da inizio anno, ha portato all’avvio di una nuova fase per questo gruppo di imprese che diventa una società di capitali. Un cambio di nome che certifica anche un nuovo step del processo di sviluppo che, con l’ampliamento della governance (il cda che sale a 7 componenti), rafforza le sinergie e le competenze dei soci.
Parlando dello stato di salute del vino italiano nell’horeca, per il presidente “Società Excellence” Luca Cuzziol è sicuramente positivo, “pur compatibilmente con una situazione macro-economica che è quella che sappiamo, gli Stati Uniti sono in difficoltà, il mercato inglese è in grande contrazione, la Germania è in recessione. Quindi abbiamo, a volte, un surplus di offerta, però, comunque, il mercato italiano sta crescendo ed andando verso la qualità”. Ma se il vino italiano sembra, comunque, tenere nel canale horeca, mentre in gdo qualche “campana stonata” è arrivata nel 2023, gli effetti non colpiscono la “Società Excellence” concentrata “nel mercato-premium, “super-horeca”; il prezzo medio 2023 era di 13,39 euro al netto di Iva, quindi è ovvio che la grande distribuzione rappresenta per noi una piccola parte ed in un contesto molto alto, quindi, la contrazione della gdo non ha riguardato, essenzialmente, i soci della società “Excellence” e la nostra azienda”, continua Cuzziol. Per l’evoluzione del mercato, e quindi i consumi di vino in Italia per tipologie, Cuzziol, invece, sottolinea che “il mercato è cambiato in modo molto netto e questo è dovuto ai cambiamenti climatici e dei costumi; si beve più fuori casa, il vino bianco va per la maggiore rispetto al vino rosso, le bollicine fanno da padrone. Ma è cambiato anche il modo di bere vino: 30 anni fa si beveva un bicchiere di rosso, quando si usciva, oggi si beve un bicchiere di bianco o una bollicina. Penso che il vino bianco rappresenti più del 50%, rispetto al rosso, al netto della bollicina, che ha un mercato enorme, basti vedere i numeri dello Champagne in Italia che sono poco sotto i 10 milioni, quindi è abbastanza chiaro che il mercato va in base a questo cambiamento totale dei consumi verso il vino bianco e meno verso il vino rosso. Penso che rappresenti almeno il 60%, il vino bianco”. Bollicine che sono sempre più le protagoniste dei calici italiani, un exploit generato dal “cambiamento dei consumi, il fatto di fare questi aperi-cena, questi aperitivi lunghi, di rimanere all’aperto, ha cambiato il nostro sistema di bere. Il Covid l’ha poi esasperato, la gente a novembre, dicembre, gennaio, continua a stare fuori, in quel caso bevi la bollicina che sono convinto - aggiunge Cuzziol - continuerà a perdurare ed a performare”.
Ma le novità sono anche un segno dei tempi, di richiesta di prodotti più vicine al concetto di “salute” e di “sostenibilità”, di un’attenzione sempre più crescente dei consumatori a queste tematiche. A guidare il cambiamento, le nuove generazioni e, quindi, “i consumatori giovani. Sono molto più attenti, cercano dei vini prodotti in modo rispettoso e sostenibile. Ma questo penso che faccia parte del cambiamento culturale che ormai in Italia e nel mondo è arrivato e riguarda essenzialmente anche il vino” è il parere di Cuzziol che è convinto del forte valore che hanno il marchio ed i grandi territori del vino agli occhi del consumatore. “Il marchio ha sempre una grande valenza, è una sorta di comfort-zone, il prodotto conosciuto fa sì che il consumatore sia più tranquillo nello sceglierlo. E la stessa cosa riguarda le grandi appellazioni, se questa è reputata e conosciuta, e, aggiungo io, se ha anche un aspetto di enoturismo, e comunque di legame di quello che viene prodotto in quel territorio, lo è ancora maggiormente”. Per i tempi di pagamento, invece, il presidente “Excellence” spiega che “per la nostra società, sono corretti, ma soprattutto dopo il Covid la situazione che c’era prima è cambiata, stiamo finalmente diventando un Paese moderno, ma questo lo dico da cittadino, non da chi opera nel mondo dell’horeca e del vino, sicuramente la situazione è migliorata”.
Ma distribuzione del vino, oltre alla formazione, vuol dire logistica. Specialmente nei vini di qualità come sta andando, ci sono nuove necessità per migliorare il servizio? Il presidente Società Excellence, Luca Cuzziol dice che “è un dato di fatto: le nostre sono aziende che selezionano dei tesori, che vanno in cerca dei territori, parlano delle cose importanti, vanno alla ricerca della minima virgola in un territorio specifico. Però, alla fine, ricordiamoci, noi serviamo i ristoratori, abbiamo bisogno di essere presenti con le bottiglie nei tempi giusti. Siamo delle aziende moderne, di logistica, che hanno anche questa parte “vecchia”, però positiva, dei mercati del vino. Quindi, sì, una selezione, ma attenzione alla logistica, alla gestione delle vendite con sistemi informatici in appoggio, sicuramente di primo livello”. E sul progetto, nato anni fa, “Modena Champagne Experience”, il più importante evento per gli operatori del settore e gli appassionati nel Belpaese, il presidente Cuzziol ne conferma il grande valore di quello che è “il più importante evento in Europa riguardante lo Champagne: avere più di 170 produttori, ma potremmo averne anche forse meno, ma segmentati per area geografica, è stata la chiave vincente, e questo è grazie alla forza di “Società Excellence”, che ha messo per prima i proprio Champagne migliori, i propri uomini migliori, ed ha portato in Italia una serie di contenuti che ad oggi rappresentano davvero un unicum. Siamo fieri di aver inventato “Modena Champagne Experience”, convinti che sia una manifestazione che serva a tutti ...”.

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