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IL MERCATO MONDIALE DI VINO RESISTE ALLA CRISI. LO DICE LO STUDIO VINEXPO/IWSR: 2009 ANNO ATIPICO, MA AL 2012 IL FATTURATO SALIRA’ A 166 MILIARDI DI $, IN 10 ANNI +14% PER CONSUMI. EXPORT: ITALIA LEADER. IN TOP 10 CONSUMI: CINA E RUSSIA. FOCUS ITALIA

Italia
Il mercato del vino resiste alla crisi

La crisi economico-finanziaria non frena il mercato mondiale del vino la cui produzione, tra il 2008 e il 2012, continuerà a crescere (+3,83%) per raggiungere oltre 3 miliardi di casse. Previsioni rosee anche per i consumi che in cinque anni (da oggi fino al 2012) archivieranno una crescita del 6% con 313,8 milioni di casse consumate. Il fatturato si stabilizzerà al 2012 a 166,1 miliardi di dollari. Le stime arrivano dallo studio Vinexpo/Iwsr (The International Wine & Spirit Record) che mette in luce come più della metà della produzione mondiale continui ad essere garantita da tre Paesi: Francia, Italia e Spagna.
Naturalmente il 2009, secondo l’indagine che copre 28 Paesi produttori e 114 mercati di consumo, sarà un anno atipico e le ripercussioni sul consumo mondiale di vini e alcolici sono soggette a discussione. Ma le tendenze sul periodo 2008-2012, estendendo i dati su cinque anni, mostrano che le conseguenze della crisi attuale sulla filiera a livello globale saranno limitate tanto che,da oggi al 2012, il consumo di vino segnerà un incremento del 6% a 2,8 miliardi di casse. In 10 anni (dal 2003 al 2012) l’incremento sarà di oltre il 14%, e cioè 347,3 milioni di casse pari ad un anno di produzione negli Stati Uniti (il quarto produttore mondiale).
L’Italia divenuta nel 2007, con 299 milioni di casse il primo consumatore di vino fermo al mondo a scapito della Francia (leader storico), in vista del 2012 perderà il primato a favore degli Usa che toccheranno 313,8 milioni di casse consumate. Nella top ten dei consumatori entrano di prepotenza la Federazione Russa (ottava, con 69,8 milioni di casse) e la Cina (nona, con 63,6 milioni di casse). Questi due Paesi assorbiranno più del 58% della crescita mondiale tra il 2008 e il 2009. In vista del 2012 la Russia, così come la Cina, consumerà più vino fermo della Spagna.
Quanto al consumo pro-capite solo 6 Paesi (Francia, Portogallo, Austria, Argentina e Spagna), tutti produttori, hanno conosciuto una diminuzione tra il 2003 e il 2007 mentre gli altri 108 paesi presi in esame dallo studio Vinexpo/Iwsr conoscono una crescita regolare. I Paesi più promettenti come Usa, Regno Unito e Cina sono ancora molto lontani da mercati cosiddetti maturi come la Francia.
In relazione poi al fatturato, questo aumenterà dell’8,9% tra il 2008 e il 2012 per stabilirsi a 166,1 miliardi di dollari con una previsione media di un +1,8% all’anno contro il +2,46% del 2003/2008. Dall’analisi emerge, tuttavia, che il fatturato realizzato dalla vendita di vini continua ad aumentare più rapidamente rispetto al consumo in volume in questo periodo (+1,8% all’anno contro 1,2%).
Con 21,8 miliardi di dollari spesi nel 2007 per acquistare vino gli americani sono i leader degli acquisti di vino fermo. La crescita del fatturato sul mercato americano si stabilizza intorno al 13,8% tra il 2008 e il 2012 per raggiungere i 25,5 miliardi di dollari. Dal 2005 gli inglesi hanno speso più francesi per i loro acquisti di vino. I russi le cui spese per l’acquisto di vino fermo sono quasi raddoppiate (+84,9%) tra il 2003 e il 2007 dovrebbero, in vista del 2012, spendere 6,45 miliardi di dollari.
Negli scambi internazionali, lo studio Vinexpo/Iwsr evidenzia come una bottiglia su quattro consumata nel mondo sia importata. Il primo mercato mondiale per l’importazione di vino è il Regno Unito. Da notare l’ingresso nella top ten dei paesi consumatori di vino importato della Federazione Russa, in quarta posizione. In termini di export il primato, in volume, è dell’Italia (170 milioni di casse) mentre, in valore, la leadership è della Francia (9 miliardi di dollari nel 2007, +26% sul 2003).

Studio Vinexpo/Iwsr - Focus italia
Il mercato del vino italiano è da primato. Se nel 2008 l’Italia è stato il primo Paese produttore al mondo, nel 2007, il nostro Paese è diventato il primo mercato mondiale di consumo di vini fermi con 299 milioni di casse da 9 litri, cioè l’equivalente di 3,5 miliardi di bottiglie consumate. L’Italia brilla anche per l’export che è aumentato del 40,7% tra il 2003 e il 2007 in volume e del 45,2% in valore.
Tra il 2003 e il 2007 il consumo di vino è aumentato dell’1,23% in Italia e benché sia regredito leggermente nel 2008 (-0,3% sul 2007), secondo le previsioni di Vinexpo/Iwsr, dovrebbe nuovamente crescere dello 0,56% tra il 2008 e il 2012 per raggiungere 311,5 milioni di casse (3,7 miliardi di bottiglie).
A livello di dinamiche in 10 anni (2003/2012), il consumo di vino rosso (50% del consumo degli italiani nel 2007) dovrebbe aumentare di oltre 3 milioni di casse (37,1 milioni di bottiglie). Nello stesso periodo il consumo di vini frizzanti dovrebbe aumentare di 334 mila casse (4 milioni di bottiglie) per raggiungere 11,6 milioni di casse nel 2012. Da notare un forte aumento del consumo di vino rosato tra il 2003 e il 2007 (+20,5%) che rappresenta comunque solo l’1,3% del consumo degli italiani.
L’Italia è però soltanto il quinto mercato mondiale per fatturato realizzato nella vendita di vini fermi mentre rappresenta il primo per volumi commercializzati. Questa cifra ha raggiunto oltre 9 miliardi di dollari nel 2007 con una progressione del 2,4% rispetto al 2003 e dovrebbe nuovamente crescere dell’1,15% tra il 2008 e il 2012.
Dallo studio Vinexpo/Iwsr emerge, inoltre, una certa difficoltà, tra il 2003 e il 2007, nel nostro Paese dei vini venduti a più di 5 dollari (3,75 euro) e di quelli venduti a più di 10 dollari (7,5 euro) alla bottiglia. Solo il segmento dei vini venduti a meno di 5 dollari (3,75 euro) ha conosciuto una crescita in questo periodo (+1,59%) e dovrebbe di nuovo aumentare tra il 2008 e il 2012 (+0,36%).

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