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Il Messaggero

Crolla il valore del vino “alla cantina” ma sugli scaffali il prezzo non cambia … Il vino italiano vale meno, ma il consumatore continuerà (probabilmente) a pagare le singole bottiglie al prezzo di prima. I dati appena rilevati da Ismea parlano di quotazioni in nettissimo calo rispetto al novembre dello scorso anno a causa dell’alta produzione: -21,1% i bianchi e -24,5% i rossi e i rosati comuni. I prezzi medi italiani (Iva esclusa e franco cantina) sono in decisa controtendenza rispetto ai principali concorrenti europei: in Spagna i vini bianchi comuni negli ultimi 12 mesi si sono apprezzati del 36,7% ed i vini rossi hanno guadagnato il 43,8%; in Francia la quotazione dei vini bianchi comuni è cresciuta del 4,8% e quella dei vini rossi comuni del 18,7%. Questi i dati generali. “Ma attenzione, va analizzato con anche l’andamento dei prezzi delle principali denominazioni del Belpaese”, avverte Alessandro Regoli, direttore dell’agenzia specializzata Winenews che ai dati di Ismea affianca altre rilevazioni. E cosi, ecco l’altalena dei grandi rossi italiani. Se il Brunello di Montalcino si conferma la Dop più quotata (a 1.085 euro a ettolitro, in crescita del 3,3%), i due big del Piemonte sono in flessione (760 euro a ettolitro del Barolo mostrano un calo del 7,3% sul 2017 e ancora maggiore è la perdita del Barbaresco, ora 510 euro a ettolitro, cioè a -12,1%). Tra i vini rossi che anno dopo anno continuano ad apprezzarsi c’è l’Etna, le cui quotazioni nell’ultimo anno sono ulteriormente cresciute del 12,7% (oggi a 177,5 euro a ettolitro). Di altro tenore - “come sempre”, spiega Regoli - le quotazioni dei principali bianchi, che mostrano un andamento assai disomogeneo, ma generalmente in calo. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco si conferma in testa alle quotazioni anche a novembre, a 245 euro a ettolitro, ma in caduta libera sul 2017 (-18,3%) seguito dai vini base del Marsala, 192,5 euro a ettolitro (+10,6%) e dal Prosecco, in calo del 21,1% a 177,5 euro a ettolitro. Crolla anche l’Oltrepò Pavese Chardonnay (-39,1%). Stabili il Friulano, l’Orvieto e l’Orvieto Classico. Perde terreno (87,5 euro a ettolitro, cioè -5,4% sul 2017) il Frascati che retrocede all’ultima posizione della top 10 dei bianchi. “Le quotazioni Ismea - spiega il direttore di Winenews - danno solo un quadro generale della situazione, perché poi i prezzi reali dipendono sempre da tanti fattori, a partire dalla qualità del vino delle singole cantine e dalla reale richiesta del mercato”. Difficile prevedere quindi con certezza se ci saranno ripercussioni su prezzi finali delle bottiglie, “perché - aggiunge Regoli - sui vini comuni o di rapida rotazione allo scaffale di solito ci sono pochi margini di manovra ed il prezzo è un fattore molto sensibile, mentre sui prezzi dei vini di fascia più alta influiscono di più fattori come la qualità dell’annata, i ricarichi della distribuzione e della ristorazione e così via”. Inoltre i disciplinari dei vini importanti impongono l’invecchiamento in cantina per diversi anni e quindi è insignificante la valutazione di un singolo periodo. Intanto i dati in arrivo parlano di una vendemmia 2018 sicuramente più abbondante della 2017. “Probabilmente - conclude Regoli - questo porterà ad una maggiore stabilità sui mercati, rispetto alla campagna 2017 che era stata nelle prime fasi abbastanza frenetica, con crescite importanti dei prezzi”. Che infatti sono ora inferiori del 20% sullo stesso periodo del 2017.

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