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Il Messaggero

Vendemmia 2019, più qualità per competere con la Francia … Previsto un calo del 6-8% della produzione, in controtendenza la raccolta nel Lazio (+16%). La contrazione aiuterà a mantenere i prezzi nonostante la forte concorrenza transalpina... Vendemmia da ieri ufficialmente nel vivo in tutte le regioni d’Italia. Partita a inizio agosto sulla costa ovest siciliana, terminerà in ottobre sempre in Sicilia ma sull’Etna e nei vigneti “eroici” di montagna del Nord. Produrremo più della Francia. come negli ultimi anni, o di meno? “Non è questa la competizione che deve interessarci”, spiega Alessandro Regoli, direttore dell’agenzia specializzata WineNews. “La nostra aspirazione deve essere portare i prezzi medi dei vini italiani a livello dei francesi: oggi siamo a 4-5 curo a bottiglia in export contro i 15-16 dei cugini. Una differenza non motivata dalla qualità. Questa è la scommessa che spesso dimentichiamo, perché parliamo sempre solo dei big, delle eccellenze che abbiamo e che naturalmente dobbiamo valorizzare, ma che non rappresentano il complesso dell’intera Italia enoica”. In questa chiave il previsto calo del 6-8% di produzione sul 2018 (intorno ai 48 milioni di ettolitri) non è un dato che va letta negativamente, anche alla luce dell'ultimo aggiornamento del registro telematico. L’Icqrf del Ministero dell’Agricoltura rileva infatti che nelle cantine ci sono 44,3 milioni di ettolitri di vino, quasi quanto una intera vendemmia annuale (22,6 milioni di vini Dop, 11,2 Igp e10,3 divini comuni). La riduzione della produzione e una più accorta strategia commerciale potrebbero quindi aiutare il settore a crescere e a mantenere stabili i prezzi nonostante la crisi e la concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Le previsioni ufficiali sulla vendemmia si avranno solo il 4 settembre quando allgsmea a Roma - ed è significativamente un fatto nuovo - tutte le maggiori associazioni daranno i numeri in modo concorde, come non è mai successo nel passato. Intanto il quadro delineato dal Centro studi di Confagricoltura parla di una riduzione pressoché generalizzata: soprattutto in Friuli (-20%), Umbria (-13%), Veneto e in Campania (-12%) e Trentino Alto Adige (-11%). In controtendenza invece il Lazio (+46%), il Molise (r10%) e la Calabria (+9%). Secondo la maggioranza degli enologi la qualità sarà buona, grazie a una primavera fredda e piovosa e un inizio estate caldo e secco e quindi con uve potenzialmente eccellenti. La conferma arriva da vari territori. In Franciacorta, dice per esempio Silvano Bresciani, presidente del Consorzio, “a fronte di almeno un 20% meno rispetto alla media, avremo un’annata da ricordare per lo stato sanitario ottimo e le fresche temperature che aiutano a mantenere acidità e finezza”. La Franciacorta, in Lombardia, è una delle aree in grande sviluppo (anche nei prezzi) sui mercati internazionali. Ottimismo sui prezzi anche dall'altra parte d’Italia, sull'Etna, dove le riserve in cantina sono basse. Tant’è che ieri sera, inaugurando il festival ViniMilo, Alfio Cosentino, il sindaco della cittadina dove vive Franco Battiato, ha annunciato che «mentre molti comuni siciliani lamentano l’abbandono delle campagne e lo spopolamento urbano, a Milo abbiamo visto aumentare la superficie degli ettari vitati”. In alcune aree del Sud, Puglia in particolare, gli agricoltori hanno però avuto difficoltà a trovare braccianti per la vendemmia. Incrociando le dita e con la speranza che grandinate o maltempo non rovinino la vendemmia, il settore vitivinicolo è quindi alla vigilia di un’altra grande annata che rafforzerà il suo ruolo: 300 mila sono le aziende con vigneti, il fatturato complessivo è di circa 10 miliardi di euro con un export di 6,2 miliardi. Numeri appena confermati dai dati del primo quadrimestre del 2019: le esportazioni sono state di 1,96 miliardi di euro, in crescita del 5,2% ri-spetto al 2018. La percentuale di crescita più significativa è data dagli spumanti, con un +8,2%.

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