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IL MESSAGGERO

L’enogastronomia italiana punta sulla qualità e batte la crisi ... Una grande riflessione sul made in Italy goloso tra i vigneti della Franciacorta, la capitale delle nostre bollicine. Questo lo spirito del Premio Bellavista - fondato nel 1984 con passionale amore per i valori della cultura del vino e della terra da Gianni Brera e da Vittorio Moretti - che ha festeggiato domenica scorsa la sua undicesima edizione. In una incredibile quinta teatrale circoscritta da botti e barriques tutte rischiarate dal lume delle candele, mentre venivano premiati Emilio Fede (alla carriera), Gregoire Viau (per i suoi documentari sui Relais Gourmand), Alessandro Regoli e Irene Chiari (per la divulgazione della cultura enogastronomia italiana nel mondo attraverso la loro agenzia www.winenews.it), sono state mandate su un maxischermo le risposte del ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno alle domande di un gruppo di giurati e di ospiti, che comprendeva Santo Versace, Lorenzo Del Boca, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Armando Bianchini segretario generale di Altagamma, e Paolo Preti, direttore del master piccole imprese alla Bocconi di Milano. Diagnosi generale, la crisi c'è, e ne soffrono anche i settori di punta di quello che ormai viene comunemente definito l' italian style , un mix di cultura, saper vivere e qualità, che trova nell'enogastronomia, nella moda e nel design le sue punte di eccellenza. «In un mercato globale vince chi va al ribasso», ha puntualizzato il ministro Alemanno «oppure chi riesce ad offrire l'eccellenza». Da qui la necessità di valorizzare e sostenere a livello istituzionale l'impegno di questo settore che, come ha spiegato Armando Branchini, segretario generale di Altagamma, l'associazione di imprese italiane del settore dell'eccellenza, è uno dei pochissimi «in controtendenza, rispetto al momento difficile che attraversa la nostra economia, un settore di cui, in termini di export mondiale l'Italia rappresenta il 34%, in un'Europa che, con la Svizzera, tocca l'80% del totale». L'impegno del ministro Alemanno? «Puntare su rinnovamento e innovazione, in modo che i nostri prodotti non siano solo apprezzati, ma anche tracciabili, per evitare che possano essere confusi».
Sul versante gastronomico, alla cena preparata dal guru della cucina mediterranea Alfonso Iaccarino di Sant'Agata - splendido matrimonio tra il Vesuvio di rigatoni, o il ristretto di cappone con nudi di ricotta e ortiche e le bollicine di Bellavista - sono stati letti anche i risultati di un gioco-questionario "e tu di che vino sei?", sull'onda del successo di Sideways, dove il protagonista si racconta descrivendosi come un Pinot Nero, che è stata anche un'occasione per leggere le nuove tendenze degli italiani a tavola.
Il brindisi finale di Vittorio Moretti la dice lunga sulla sua ricetta anti-crisi: «Io credo che non esistano strade alternative alla ricerca continua della qualità. Un proverbio sud-americano dice che un uomo ha bisogno di radici e di ali. Non perdere cioè il legame con la terra, ma non rinunciare alla fantasia per costruire nuovi sogni».

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