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IL MINISTRO DELL’AMBIENTE CLINI “RIAPRE” IL DIBATTITO SUGLI OGM, E COLDIRETTI REAGISCE: “FA DANNO AL MADE IN ITALY. E IL 71% DEGLI ITALIANI HA GIÀ DETTO RIPETUTAMENTE NO AL BIOTECH. LA NOSTRA FORZA È LA TIPICITÀ DEI PRODOTTI”

“In Italia la posizione contro gli Ogm è bipartisan e da sempre compromette, in generale, la ricerca sugli ingegneria genetica applicata all’agricoltura, e alla farmaceutica, e anche a importanti questioni energetiche. Un grave danno”. Parole del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, in un’intervista al “Corriere della Sera”, che suonano come una nuova apertura agli organismi geneticamente modificati, e che ha scatenato la reazione di Coldiretti.

“Evidentemente il Ministro Clini non ha trovato sufficienti problemi per l’Italia nel suo Ministero dell’Ambiente e sta pensando di aggiungerne dei nuovi - ha detto il presidente Sergio Marini - le sue dichiarazioni a favore degli Ogm sono l’ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy che hanno portato in piazza Coldiretti con l’alleanza di consumatori ed ambientalisti che condividono la battaglia per una Italia libera da Ogm, da Federconsumatori a Adusbef fino a Codacons, da Legambiente a Slow Food fino all’Aiab e molti altri insieme a centinaia di comuni e le Regioni che all’unanimità hanno più volte chiesto al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli Ogm in Italia.

A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la transgenesi - sottolinea la Coldiretti - non centrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano e la Cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica”. Gli Ogm in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del made in Italy come sanno il 71% degli Italiani che esprimono una forte contrarietà, ormai costante da anni secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg nel tempo.

Non ci sono ragioni - continua la Coldiretti - per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e su cui i cittadini hanno già detto tutto proprio nel momento in cui le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici (Ogm) destinati all’Unione europea, per la crescente opposizione della maggioranza dei cittadini”.

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