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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE LUCA ZAIA: “SOSTEGNO A VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI TIPICI, CHE AIUTANO A CONOSCERE I TERRITORI E A FAR CRESCERE IL TURISMO”. ZAIA CONTRO L’ATTUALE PROPOSTA SULL’AGRICOLTURA WTO. “MENO BUROCRAZIA IN AGRICOLTURA”

Da Cecina (Livorno) - dove ha inaugurato il Centro Culturale Enogastronomico Villa Guerrazzi, una struttura innovativa inuna vecchia fattoria del Settecento, che si pone l’obiettivo di coniugare l’eccellenza dei prodotti enogastronomici locali con la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico del territorio e che ospita anche un centro di informazioni pensato per i turisti tedeschi (il 60% del totale ogni anno, da sempre appassionati della Toscana) - il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia ha voluto ribadire l’importanza dei “farmers markets”, i mercati per la vendita diretta, di cui Villa Guerrazzi può essere un buon esempio: “la vendita dai produttori ai consumatori - ha detto Zaia - si realizza a tutto vantaggio degli uni e degli altri; questo è il momento di voltare pagina e riscoprire i prodotti tipici locali che, oltre che rispettosi dei nostri stringenti standard di sicurezza alimentare, garantiscono anche gusto e genuinità. Fino ad ora la cultura delle multinazionali, che vorrebbe un prodotto senza identità e sapore più sicuro di quello lavorato dal contadino, ha avuto gioco facile. Noi però sappiamo che non è così, che i controlli sui prodotti alimentari nel nostro Paese sono serrati e puntuali, che scegliere l’agricoltura di prossimità fa bene alla comunità, all’economia, all’ambiente”.

Il Ministro ha anche rassicurato gli imprenditori in agricoltura sul fatto che si dovrà “lavorare per eliminare vincoli, intoppi e lungaggini burocratiche che fanno perdere ogni anno, a ciascun produttore, 110 giorni di tempo e lavoro”.

Dalla Toscana, il Ministro Zaia è tornato a parlare di Wto, nel giorno in cui le organizzazioni agricole di tutta Europa hanno presentato a Pascal Lamy, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, una dichiarazione comune nella quale esprimono la loro opposizione all’attuale proposta sull’agricoltura formulata nella mini-ministeriale della Wto: “quell’accordo sarebbe pessimo per l’Italia e per l’Europa. Dobbiamo difendere le nostre produzioni - ha ribadito il Ministro - e con esse le nostre identità, convinti che ci sia un criterio di rispetto reciproco che non ammette deroghe: chi viene da noi, nel nostro mercato, deve rispettare le nostre regole. L’Italia pretende rispetto e non abbiamo nessuna intenzione di barattare l’agricoltura con altri settori produttivi, in un momento in cui la crisi alimentare ha raggiunto proporzioni tanto vaste e l’approvvigionamento di ciascuno Stato è “condicio sine qua non” per il suo sviluppo economico futuro”.

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