02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
L’APPELLO

Il mondo del biologico chiede maggiore trasparenza dei costi per sostenere gli agricoltori

Al via la campagna NaturaSì “Sosteniamo l’agricoltura” per aumentare la consapevolezza e la capacità di scelta dei prodotti alimentari

La corsa al ribasso dei prezzi dei prodotti alimentari ha effetti disastrosi sull’agricoltura. Negli anni Settanta, mediamente il 19% del prezzo del pane finiva nelle tasche degli agricoltori; oggi quella percentuale è scesa al 4%, quasi cinque volte in meno. Questa situazione è comune anche per molti altri prodotti alimentari, mentre i costi di produzione continuano a crescere. È essenziale invertire questa tendenza e riconoscere il giusto compenso a chi lavora nel settore agricolo. Il movimento del biologico da sempre si batte per il “giusto prezzo” degli alimenti. E questo anche l’obbiettivo della campagna “Sosteniamo l’agricoltura”, lanciata dal progetto di trasparenza sui prezzi di NaturaSì, una delle principali catene di prodotti bio in Europa. Alcuni prodotti riportano, oltre al prezzo finale, anche il compenso destinato agli agricoltori e ai trasformatori. Per alcune categorie come passata di pomodoro, pane, finocchi, arance da spremuta e kiwi, il compenso per i produttori può arrivare fino al 50% del prezzo pagato dai consumatori.
A discutere su come avviare un percorso virtuoso sul giusto prezzo del cibo a partire dal bio, erano presenti, nei giorni scorsi, in un incontro a Roma, Fabio Brescacin, presidente e fondatore NaturaSì, Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, Silvia Schmidt, Policy Manager Ifoam Organics Europe, e Ueli Hurter, responsabile della sezione agricoltura biodinamica al Goetheanum di Dornach, accanto alle principali associazioni agricole, Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, gruppi cooperativi e rappresentanti del settore accademico con l’obiettivo di avviare un confronto aperto per costruire un sistema che riconosca il giusto valore al lavoro di tutti gli agricoltori e renda il consumatore più consapevole.
Il mondo agricolo è in crisi: solo in Europa, negli ultimi 15 anni, sono sparite oltre 5 milioni di aziende agricole. Tra il 2005 e il 2020, quasi il 40% delle attività ha abbandonato i campi. Per invertire questa tendenza, secondo NaturaSì, l’agricoltura deve tornare attrattiva soprattutto per i giovani. Per farlo bisogna garantire loro un reddito dignitoso e il rispetto per il lavoro dell’agricoltore. L’agricoltura biologica dimostra che un’altra strada è possibile. “Il grano duro biologico di NaturaSì viene pagato all’agricoltore 45 centesimi al chilo, contro i 30 centesimi della filiera convenzionale. Per valorizzare il lavoro agricolo - ha spiegato il presidente Fabio Brescacin NaturaSì ha scelto di rendere trasparente la composizione del prezzo di alcuni prodotti chiave. Ad esempio, su 3,98 euro pagati per un chilo di finocchi, circa la metà (1,80 euro) vanno direttamente all’azienda agricola e il resto per logistica e trasporto, costi del punto vendita, controllo qualità, anche con agronomi in campo”.
“Garantire un giusto reddito agli agricoltori è la base per il futuro del settore ed è fondamentale che iniziative come queste siano supportate proprio dal biologico. Il bio si fonda sull’agroecologia, un metodo che guarda alla tutela dell’ambiente, della biodiversità insieme all’equità sociale. È quindi significativo che un progetto come il “prezzo trasparente” arrivi da un’azienda storica del mondo del bio. Il giusto prezzo non è solo una questione economica, ma anche etica e sociale. Servono misure strutturali per tutelare gli agricoltori e garantire loro un compenso adeguato, in linea con i costi di produzione. Su questo dobbiamo lavorare tutti insieme, istituzioni, associazioni di categoria, ed imprese della filiera del bio, affinché il giusto prezzo diventi una priorità nelle politiche agricole e commerciali”, ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio.
A pagare il prezzo di una politica sbilanciata non sono solo gli agricoltori, ma anche il benessere delle persone e dell’ambiente: secondo la Fao, i costi nascosti della produzione alimentare a livello mondiale sfiorano i 13.000 miliardi di dollari, di cui il 73% legato a danni alla salute. Un prezzo più basso sugli scaffali significa uno più alto per le persone. Protagonisti della campagna sono anche alcuni degli agricoltori dell’ecosistema NaturaSì, come Dora Brio che coltiva ortaggi bio a Matera e che ha affermato come “un giusto prezzo permette a noi agricoltori di produrre cibo di qualità e di lasciare terreni coltivabili alle generazioni future: un sostegno necessario soprattutto in tempi di crisi climatica”. “Con questa campagna, NaturaSì avvia un percorso di sensibilizzazione rivolto a tutto il settore agroalimentare. Non diciamo che oggi il nostro prezzo sia giusto, ma vogliamo rendere chiaro il valore riconosciuto ai diversi attori della filiera. Costruire un sistema alimentare più equo e sostenibile è una responsabilità condivisa. Scegliere cosa mettere nel carrello è un gesto che può fare la differenza”, ha concluso Brescacin.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli