Il mondo della grappa (che ha 500 anni di storia, un distillato che ha una concentrazione di produttori nell'area del triveneto, ma che si estende fino alla Sicilia), in questi ultimi venti anni, si è evoluto e raffinato, raggiungendo nuovi livelli di qualità ed anche
innovandosi. "Siamo ad una svolta epocale - ha sottolineato il presidente dell'Istituto Grappa Veneta, Roberto Castagner - che può far diventare la grappa da prodotto tipicamente regionale a spirito internazionale. Non più quindi digestivo alcolico ma acquavite di pregio per momenti di consumo ancora oggi dominati dai tradizionali distillati stranieri come il whisky e il Cognac". Infatti, nella ripartizione del fatturato 2000 delle ditte di
liquori, al primo posto con il 21% ci sono i liquori dolci,
seguiti da un segmento di mercato del 17% degli amari, chine, fernet, rhum e vodka, il whisky è al 15%, le grappe al 10% e il brandy al 7%. Le aziende di grappa hanno fatturato, nel 2000, oltre 1000 miliardi di lire. Il mercato è principalmente italiano e solo un 8% del prodotto viene esportato all'estero, soprattutto in Germania. Negli ultimi cinque anni però l' esportazione è aumentata del 50%, segno questo di un nuovo interesse dei degustatori esteri verso il distillato italiano. Per rafforzare
la presenza sul mercato estero, l'Istituto Nazionale Grappa ha amalgamato un gruppo di 6 aziende che partecipano ad un
progetto comune di promozione. L'Inghilterra, e in particolar modo Londra, è l'area test nella quale sviluppare il progetto pilota di promozione comune.
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