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IL MONDO E’ FATTO A SCALE: SE IL PREZZO DEL GRANO SCENDE QUELLI DI PANETTONE E PANDORO SALGONO PER TENERE BUONA COMPAGNIA A PANE E PASTA

Il prezzo del grano si è ridotto di un ulteriore 10 % a novembre rispetto al mese precedente senza alcun effetto positivo su pane e pasta che al contrario sono aumentati rispettivamente del 12,4 % e dl 7,7 % come pure i principali dolci natalizi a base di farina, con incrementi del 12 % per il pandoro e del 9 per cento per il panettone su base annua. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat che vedono salire l’inflazione al 2,4 %, il massimo dal giugno 2004, anche sulla spinta degli alimentari e bevande che fanno segnare un aumento tendenziale del 3,7 %.
L’aumento di pane e pasta, sul quale stanno indagando Antitrust e Procura di Roma, ha contribuito a determinare il calo record nei consumi di pane con una riduzione in quantità del 7 % mentre si riducono sostanzialmente anche quelli di pasta di semola che fanno registrare una riduzione del 4,3 per cento, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen relativi agli acquisiti domestici degli italiani nei primi nove mesi dell’anno. Una tendenza che rischia di coinvolgere anche i consumi di Natale poiché secondo Federconsumatori si stima un aumento del 9 % del panettone e del 12 % il pandoro.
L’andamento evidenzia anche in questo caso che - precisa la Coldiretti - alla diminuzione delle materie prime agricole non fa seguito una diminuzione dei prezzi al dettaglio che invece tendono per gli alimentari sempre ad aumentare. Si tratta di una evidente dimostrazione che - sottolinea la Coldiretti - eventuali variazioni dei prezzi alla produzione agricola hanno effetti molto limitati sui prezzi al consumo che dipendono dai rincari che si verificano nel percorso che porta gli alimenti dal campo alla tavola a causa delle filiere inefficienti che perdono valore e sulle quali occorre intervenire con le necessarie ristrutturazioni. Il prezzo moltiplica di circa dieci volte nel passaggio dal grano in campagna al pane dal fornaio a dimostrazione del fatto che - continua la Coldiretti - nella forbice dei prezzi tra la produzione e il consumo c’è abbastanza spazio per recuperare diseconomie e garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori senza aggravare i bilanci delle famiglie.
Per superare in futuro le difficoltà di approvvigionamento sollevate dall’industria occorre - conclude la Coldiretti - abbandonare comportamenti di acquisto speculativi sul mercato internazionale per scegliere la strada della programmazione di filiera, alla quale l’agricoltura italiana può rispondere positivamente grazie alla flessibilità introdotta con la riforma della politica agricola comune.

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