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IL MONDO SCIENTIFICO CONFERMA: C’E’ IL LEGAME TRA LA MORIA DI API E LO SMOG ... L’ALLARME DELLO STUDIO DELLA VIRGINIA UNIVERSITY

Ormai è ufficiale e confermato: l’allarme sulla situazione ambientale testimoniato dalla moria delle api è reale, lo ribadisce uno studio condotto dall’Università della Virginia (Usa) coordinato dal ricercatore Jose Fuentes.
Le api muoiono in massa perché disorientate dall’assenza di aroma dei fiori nell’aria. Sino a 100 anni fa quando gli ambienti naturali erano meno inquinati le molecole di profumo rilasciate dai fiori venivano avvertite dalle api ad una distanza di 1.200 metri. Ora la distanza è di 200-300 metri. Nel loro tragitto naturale le molecole, portate dal vento, sono alterate dallo “smog fotochimico” e le api non sentendo più l’odore dei fiori non sono più capaci di andare a bottinare. L’odore dei fiori diventa irriconoscibile e le api girano a vuoto e non riescono a portare avanti la loro opera di impollinazione. Tra gli imputati troviamo l’ozono cattivo, che va a finire anche nei nostri polmoni, gli idrossili e i nitrati.
“Le api - denuncia con forza Massimo Ilari, direttore di Apitalia (info: www.apitalia.net/it/liberidaiveleni.php) - non muoiono solo per neonicotinoidi ma a causa dell’intero arsenale chimico non testato. E aggiunge: “a proposito di neonicotinoidi se fanno male alle api fanno male anche agli altri animali e all’uomo. Il mais, ad esempio, che è trattato con queste sostanze è utilizzato per la preparazione di olio, biscotti, cibi per celiaci e altro. Quindi i danni sono per tutti noi. E’ giunto il momento di vedere il fenomeno in modo globale non di ghettizzarci solo su alcune molecole”.

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