Natale è magia, niente può negarlo. Succeda quel che succeda attorno a noi, come i tempi che corrono. Vivere in prima persona un contesto nuovo, al quale non siamo abituati, ci ha fatto sentire un po’ spaesati. Ma è stato un modo per avvicinarsi a ciò che solitamente vediamo in tv e che raccontiamo attraverso le iniziative legate al mondo dell’enogastronomia. E abbiamo respirato un’atmosfera vera di comunità. Perché è bastato pochissimo per sciogliersi, parlando a tavola con i presenti e sentendo di far parte di qualcosa di speciale, per il contributo che ognuno poteva dare in questa particolare occasione, e noi nel nostro piccolo, ad una “buona causa”. Tutti insieme. È l’esperienza vissuta da WineNews il 16 dicembre nella mensa di Trastevere a Roma con “Buoni Dentro”, la cena solidale per sostenere l’attività svolta dalla Comunità di S. Egidio in favore delle famiglie in difficoltà, voluta da Coop con un menu a “quattro mani” degli chef Luisanna Messeri, la “regina” delle cuoche del piccolo schermo, e Luciano Monosilio, “King of Carbonara” del ristorante Luciano Cucina Italiana a Roma, con un unico ingrediente: il pomodoro a marchio Coop, prodotto nel rispetto della legalità, del lavoro e dell’ambiente. Una cucina fatta di sapori e valori buoni, semplici e genuini, appassionata e conviviale. In una parola, “etica”.
Per la Comunità di S. Egidio il Natale è un po’ come un miracolo, quello dei volti sorridenti di persone oppresse dalla fatica, e lo scoprirsi utili a chi non manca nulla ma ha perso il senso della festa. Per Coop, è ancora di più un’occasione per promuovere il suo impegno nel garantire etica e legalità nei campi, attraverso prodotti italiani che sono il frutto di filiere etiche e trasparenti fondate sul rispetto del lavoro, della giusta retribuzione ai produttori, e dell’ambiente, come quella da cui nascono i nuovi rossi della linea pomodoro e conserve che, con i ceci ed i fagioli, sono tra le 30 tonnellate di cibo che il colosso della gdo italiana donerà alla Comunità per sostenere l’attività svolta a favore delle famiglie in difficoltà. Per chef “pop” come Luisanna Messeri e Luciano Monosilio cucinare e promuovere il cibo etico è una vocazione, che spesso incontra la solidarietà. Per noi, il Natale diventa un momento bellissimo per raccontare tutti questi “ingredienti” messi insieme.
Tra i tavoli apparecchiati con semplicità ma anche cura nei dettagli, come i segnaposto con il nome dell’invitato scritto su una lattina di pelati, racconta la nostra inviata Cristina Latessa, sono stati idealmente messi insieme i protagonisti della filiera etica - dai braccianti, ai produttori, ispettori e gli stessi volontari che servono alla mensa, per una volta seduti a tavola - e la buona cucina proposta da Monosilio e Messeri: un menu a metà strada tra tradizione e innovazione dove il pomodoro è stato il “re” di tutti i piatti, aperto dalla classica Pappa al pomodoro, negli antipasti con il Frittino d’inverno con salsa piccante e la Crema di pomodoro calda con yogurt greco, seguiti dagli Gnudi di erbetta e ricotta e gli Spaghettoni Coop con pomodoro giallo e tè affumicato, come primi, dallo Sformatino di cavolo con le polpettine al sugo e la Zucca al forno con pomodori confit, nocciole tostate e caciocavallo podolico, nei secondi, fino al dessert, una Frolla con confettura di pomodoro e panna semi montata al limone. Ad accompagnarli, alcuni vini della linea Fior Fiore Coop, dal Verdicchio di Matelica Riserva Docg di Belisario, al Braviolo di Toscana Igt della Fattoria del Cerro, alla Malvasia delle Lipari Doc Passito di Colosi.
“Abbiamo scelto di fare un menu che fosse semplice ma di gran sapore - ci ha detto Luisanna Messeri - è stata un’emozione incredibile cucinare nella mensa di S. Egidio: mette in moto non solo il cervello, ma anche il cuore”. “Spero che da qui nasca una futura collaborazione con la Comunità - ha spiegato Monosilio - un menu, tutto a base di pomodoro, è stato una sfida particolare. Spero di averla interpretata al meglio. Un ristorante sostenibile vuol dire anche rispettare la dignità di ogni singolo prodotto e quella di chi lo raccoglie”.
Marco Pedroni, presidente Coop Italia, ha ricordato, a Winenews, come “il pomodoro sia uno dei prodotti più simbolici nel nostro impegno contro il caporalato, il lavoro nero, l’illegalità e l’evasione fiscale. Per perseguire questi obiettivi, bisogna costruire le filiere, fare accordi con produttori, fornitori, controllare, chiudere impegni, verificarli; solo in questo modo si garantisce che arrivi sulla tavola un prodotto buono, articolato nella nostra offerta anche con varianti territoriali, e che deve essere anche giusto, contenere ciò quegli elementi, di retribuzione dei produttori, rispetto del lavoro, di legalità che sono indispensabili. L’augurio è che, oltre alle filiere che noi costruiamo con i nostri prodotti a marchio, molti altri facciano lo stesso”. “Con S. Egidio ci sono progetti ampi e consolidati da tempo - ha raccontato Maura Latini, ad Coop Italia - come la raccolta fondi per la vaccinazione in Africa, e ora il progetto cha presentiamo oggi. Il pomodoro purtroppo è sempre alla ribalta quando si parla di rischio sfruttamento, caporalato e lavoro nero. La nostra linea di prodotti esprime invece la volontà di realizzare filiere, controlli e relazioni corrette con chi produce. Su questo Coop lavora da più di 20 anni. “Buoni Dentro” perché dentro i prodotti, oltre al gusto, c’è il lavoro serio che rispetta le persone, e garantisce la dignità e la giusta retribuzione”.
“Un’iniziativa - ci ha detto il segretario generale della Comunità S. Egidio Cesare Zucconi - che nasce dalla crisi che stiamo vivendo, di fronte alla quale bisogna unire le forze. Abbiamo firmato un accordo di cooperazione con Coop e questo è un primo passo che auspichiamo possa farla crescere perché la pandemia, che ha visto tante persone finire in povertà, si può affrontare solo insieme, facendo rete. Solo a Roma abbiamo 30 luoghi di distribuzione dove si fanno pacchi alimentari a favore di persone che non hanno soldi per fare la spesa, e sono tante, e che riceveranno i prodotti donati da Coop”.
Ci sono persone, aziende, consorzi, associazioni, che fanno qualcosa di piccolo o grande per aiutare il prossimo grazie ai loro prodotti ed ai loro vini. Portano normalità a chi purtroppo non ce l’ha, ogni giorno ed a maggior ragione in tempi di feste come questi. E se in questo momento non possiamo stare in comunità come vorremmo, non dobbiamo certo smettere di agire per le nostre comunità, che sono l’anima di tutto ed in particolare dei territori dove nascono le grandi produzioni made in Italy. L’invito di Coop è arrivato al primo “sentore” del Natale. Lo abbiamo raccolto con così tanto piacere da volerlo condividere. Un’esperienza che ci ha segnato, e insegnato: questo è il mondo del cibo e del vino che vogliamo raccontare.
Focus - La storia del pomodoro “etico” e l’impegno di Coop
Il pomodoro Coop è tutto italiano, sicuro grazie a rigorosi controlli su requisiti definiti anche più stringenti rispetto alla legge. Dal 2004 Coop certifica le caratteristiche di prodotto, di produzione e la provenienza nazionale della materia prima utilizzata. Un pomodoro buono sia per i consumatori che per i lavoratori che lo raccolgono. Per un prodotto rispettoso dei lavoratori Coop infatti, come ha spiegato anche Domenico Brisigotti, direttore commerciale Coop Italia, si impegna nel controllo del rispetto dei diritti dei lavoratori estesi fino alla fase di raccolta in campo. Ma il rispetto è anche quello per l’ambiente grazie a metodi di coltivazione adeguati a ottenere un prodotto con residui chimici inferiori ai limiti della legge (-70%).
Con questa iniziativa Coop ha voluto promuovere il suo impegno nella certificazione etica dei suoi prodotti che ha raggiunto le 500 ispezioni nella sola filiera del pomodoro dal 2015 a oggi e ha coinvolto 387 aziende agricole. 2.200 le ispezioni totali sulle filiere dei vari prodotti certificati dal 1998, quando Coop fu la prima catena della grande distribuzione europea ad adottare lo standard etico SA8000 per i controlli, chiedendone la sottoscrizione da parte di tutti i suoi fornitori, così da ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale.
Oltre al presidio sulle produzioni a marchio Coop, dal 2015 è stato ampliato l’impegno coinvolgendo e responsabilizzando tutti i fornitori di ortofrutta, anche non a marchio Coop, i cui prodotti sono distribuiti nei propri punti vendita. L’ortofrutta è un’area di potenziale maggiore criticità e per questo sono state avviate da parte di Coop ulteriori ispezioni sul campo, secondo criteri e piani definiti. Sono stati coinvolti non soltanto i 135 fornitori ortofrutticoli di prodotti a marchio Coop (per un totale di oltre 7.000 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del “Codice Etico” che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venire meno, pena l’esclusione dal circuito.
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