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IL NOSTRO EXPORT AGROALIMENTARE TOCCA I 18 MILIARDI DI EURO, MA L'ITALIA SCENDE ALL'OTTAVO POSTO NELLA CLASSIFICA MONDIALE

Nella classifica mondiale dei Paesi esportatori di prodotti agro-alimentari l'Italia perde un posto e scivola in ottava posizione. Segno che anche in questo settore, uno dei punti di forza del made in Italy, la concorrenza si fa più agguerrita. Il dato emerge dal quarto rapporto sulle tendenze del comparto, elaborato da Ismea e dal centro studi di Federalimentare, per Cibus, il salone internazionale dell' alimentazione.
Nel 2005 il fatturato dell'intero settore è stato pari a 107 mld (+1,9% sul 2004) e l'export dell'industria alimentare è cresciuto del 2,7% varcando per la prima volta la quota dei 15 mld di euro. Se si guarda però il comparto agroalimentare nel suo complesso, l'export ha toccato la soglia dei 18,6 miliardi, ma l'Italia ha registrato un arretramento (dal 7° a 8° posto rispetto al 2001), anche se la somma è aumentata di circa il 30% rispetto al 2001 (era di 14,5). L'Italia è preceduta da Usa, Francia, Olanda, Germania, Brasile, Spagna, Belgio. Dietro ci sono Canada, Cina, Regno Unito e Australia.
Insomma, il nostro Paese ha realizzato prestazioni di tutto rispetto, ma qualche altra nazione sta correndo più di noi. Se si concentra l'attenzione sull'Unione Europea, che rappresenta il 70% dell'export agroalimentare di casa nostra, l'Italia è sesta con 12,9 miliardi di euro dietro a Olanda, Francia, Germania, Belgio, Spagna, prima del Regno Unito, Danimarca e Irlanda.
"Si tratta - ha osservato Luigi Rossi di Montelera, Presidente di Federalimentare - di una situazione di affaticamento per il nostro export. L'ottima performance di prodotti quali i formaggi, dolci, pasta, vino, salumi e insaccati, rappresenta in realtà una "tenuta" di posizioni acquisite in anni passati. Paesi come la Francia, la Spagna, l'Australia, il Belgio e l'Olanda insidiano sempre più da vicino i nostri primati, anche se lo studio dimostra che lì dove la nostra specializzazione è maggiore, meno numerosi e agguerriti sono i concorrenti".
Se si guarda i flussi di esportazione negli ultimi quindici anni, i prodotti di punta che meglio rappresentano il comparto agro-alimentare sono dieci: vino, pasta, formaggi, ortaggi in scatola, olio di oliva, pane-dolci, salumi-insaccati, frutta fresca, risi, succhi di frutta. Si tratta secondo l'indagine di veri e propri "campioni del Made in Italy alimentare". Insieme coprono il 60% del totale export.
Negli ultimi 5 anni (2000-2004) il passivo della bilancia del commercio con l'estero dell'agroalimentare è peggiorato a un ritmo medio annuo di circa il 4%, passando da 6,3 miliardi a 7,3 miliardi di euro correnti. In netta controtendenza con il saldo relativo proprio ai dieci "campioni", protagonisti di un miglioramento annuo del 4%, passando da 5,7 a 6,5 miliardi di euro. Va però precisato che nel decennio precedente (1990-2000) il loro ritmo medio annuo di crescita era stato del 14%.

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