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EMERGENZA UNGULATI

Il numero di cinghiali è fuori controllo: da nord a sud della Penisola non si fermano le proteste

Tra divieti di caccia, l’incubo della peste suina e raccolti minacciati da un proliferare di animali selvatici: cresce la preoccupazione delle aziende
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Cinghiali fuori controllo: da nord a sud della Penisola non si fermano le proteste

Dal nord al sud della Penisola, un grido di allarme che diventa capillare e che chiede presto una soluzione. La presenza di ungulati e animali selvatici, cinghiali in primis, è diventata fuori controllo mettendo a rischio coltivazioni e raccolti ma anche facendo abbassare il livello di sicurezza nelle strade. Il lockdown e le misure restrittive hanno complicato il quadro, nelle regioni a zona rossa il divieto di caccia non ha di certo dato una mano a risolvere il problema.
I piani di contenimento stanno comunque diventando una priorità a livello istituzionale e non a caso sono arrivate le prime novità: In Emilia Romagna è scattato il via libera allo spostamento da un Comune ad un altro, anche se appartenenti a regioni diverse, per la prosecuzione dei piani di contenimento dei cinghiali. In Piemonte, Confagricoltura ha detto esplicitamente che “è indispensabile riprendere con urgenza le attività di selezione e controllo”. Sulla stessa linea anche Coldiretti che alcune settimane fa sottolineò come sia necessario fermare “la escalation dei danni”.
Situazione complessa anche in Toscana: nel senese, una delle zone più rinomate per la produzione dei vini, i vigneti sono sotto assedio. “La situazione ungulati è ormai completamente fuori controllo, va subito riaperta la caccia con le battute al cinghiale e la caccia di selezione, altrimenti l’agricoltura senese muore” evidenza Valentino Berni, presidente Cia - Agricoltori Italiani di Siena che ha fatto riferimento ad un numero triplicato di animali per il 2021 se non si prendono nuove decisioni. Il fenomeno non è più solo appannaggio delle aree rurali ma è entrato con prepotenza nelle grandi città.
Una recente stima di Coldiretti parlava di “oltre 2 milioni di esemplari diffusi in Italia” con la presenza dei cinghiali nelle piccole e grandi città che “ormai non è più purtroppo una curiosità ma un rischio concreto per i cittadini”. A peggiorare il tutto ci si è messa la peste suina, una malattia partita dall’Africa che colpisce anche i cinghiali (ma è innocua per le persone) e che ha sfondato nel Vecchio Continente.
La Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha già proposto un Piano nazionale quale sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali per prevenire la diffusione della peste suina. Di certo c’è che in un periodo già difficile a causa del Covid-19 la sommatoria dei danni causati dagli ungulati è un ulteriore peso che per il settore diventa insopportabile. Salvare le coltivazioni diventa una priorità e non è da escludere che il volume delle preteste non si abbasserà tanto facilmente.

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