L’allarme pesta suina arriva anche in Italia. Partita dall’Africa, la malattia che colpisce cinghiali e maiali ma è innocua per le persone, ha sfondato nel Vecchio Continente con gli allevatori che sono più che preoccupati per un fenomeno che potrebbe avere conseguenze serie se non si mettono in campo le necessarie misure di prevenzione. Il diffondersi di casi di peste suina africana (PSA) in Germania, dal Brandeburgo alla Sassonia, ha fatto salire i livelli di allerta nel Belpaese tanto che Coldiretti è intervenuta per chiedere di “fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti nazionali”.
La peste suina africana può essere letale per gli animali e può trasmettersi con facilità attraverso stretti contatti tra individui o con attrezzature contaminate (ad esempio, camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali ma anche gli stivali) o attraverso resti di cibo abbandonati dall’uomo ma che trasportano il virus. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari. Animali da tempo nel mirino, tra l’altro, perché mettono in pericolo i raccolti agricoli oltre ad essere tra le cause di numerosi incidenti stradali.
Sul tema non mancano le voci del mondo della scienza, è il caso della virologa Ilaria Capua che recentemente ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati. L’obiettivo, dunque, è salvare gli allevamenti italiani da un contagio che avviene con una certa facilità di trasmissione e che se penetrasse “rappresenterebbe - sottolinea Coldiretti - un gravissimo danno economico per le imprese e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione”.
Anche la ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova, è intervenuta sul caso della peste suina sottolineando che la Cina ha bloccato, in modo immediato, le importazioni di suini e di prodotti trasformati a base di carne suina dalla Germania e, da parte sua, ha proposto un Piano nazionale quale sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali per prevenire la diffusione della peste suina
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