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ENOTURISMO

Il paesaggio è un valore aggiunto (e non riproducibile dalla concorrenza) per la nostra viticoltura

Dopo il suo inserimento nei corsi per sommelier Ais, se ne parla a Vinitaly al convegno by Ministero dell’Agricoltura e Cattedra Unesco
AIS, MAURO AGNOLETTI, PAESAGGIO, UNESCO, Italia
I vigneti delle Langhe, esempio di paesaggio unico al mondo

Il valore aggiunto dei paesaggi del nostro Paese sta nella loro irriproducibilità, e per questo rappresentano per il vino italiano - e non solo per il vino - un vantaggio competitivo, da valorizzare opportunamente: è questo il concetto potente che emerge dal convegno “La viticoltura storica ed eroica tra sfide ed opportunità”, organizzato ieri a Vinitaly 2024 dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare insieme alla Cattedra Unesco “Paesaggi del Patrimonio Agricolo”, istituita presso l’Università di Firenze. “Noi italiani diamo per scontati i nostri paesaggi - spiega Mauro Agnoletti, titolare della cattedra - mentre dovremmo farne i nostri portabandiera, perché abbiamo il meglio di quanto l’agricoltura ha costruito nei secoli modellandoli; peraltro sono elementi molto importanti dal punto di vista ambientale ed economico. Paesaggi storici, che rappresentano l’adattamento ad ambienti difficili e mutevoli, e paesaggi eroici, classificati per altimetria e pendenze, che sono quasi sempre sovrapponibili, con tutte le difficoltà del caso per mantenerli integri, facendo fronte ai rischi in particolare di quelli in pendenza”. Proprio alla valorizzazione del ruolo del paesaggio nei corsi sommelier e come criterio di descrizione di un vino punta l’accordo recentemente siglato al Ministero dell’Agricoltura a Roma tra l’Ais - Associazione Italiana Sommelier, con il presidente Sandro Camilli, e la Cattedra Unesco dell’Università di Firenze, che si impegneranno anche a sostenere progetti e iniziative comuni che promuovano il paesaggio e la cultura enogastronomica.
È significativo, afferma Agnoletti che un colosso lungimirante come Apple usi come nome e come immagine del nuovo sistema operativo macOS le colline vitate della Sonoma Valley, uno dei luoghi simbolo del vino statunitense in California. Considerando che i Mac rappresentano il 10% dei computer del mondo, ben 650 milioni di persone si trovano di fronte questo paesaggio vitato quando si mettono davanti al pc. “L’esempio del sistema operativo macOS Sonoma è significativo di un marketing del vino senza mostrare bicchieri e bottiglie - ha detto Agnoletti - e rappresenta bene la sfida competitiva che abbiamo davanti. Gli enoturisti - aggiunge Agnoletti, sottolineando la grande potenzialità dell’enoturismo - portano a casa negli occhi la bellezza dei luoghi e se la conoscenza viene approfondita con elementi storici e culturali i paesaggi diventano unici e memorabili”.
Grazie a una carrellata didattica delle azioni messe in atto da numerose realtà - dalle grandi come quelle del Soave, del Conegliano Valdobbiadene e della Valpolicella, a quelle più piccole delle Cinque Terre, della Valtellina, della Val di Cembra, di Lamole, dei Monti Lattari, di Pantelleria, dei comuni di Atzara e Meana Sardo in Sardegna - sono state evidenziate le attività che molte aree vitivinicole italiane hanno messo in atto. Realtà che sopportano per le loro particolari condizioni operative, costi di tre volte più elevati della media e devono poter sopravvivere. La loro tutela è una scommessa che riguarda non solo la viticoltura, ma in generale il territorio italiano in pendenza, manutenuto dall’agricoltura.
Un percorso definito “sperimentale” dallo stesso Camilli, perché trovare una relazione stretta nel bicchiere tra vino e paesaggio è cosa difficile se non impossibile, mentre quella “emozionale” tra la bellezza del paesaggio in cui un vino viene prodotto e l’apprezzamento della sua qualità sono direttamente proporzionali, come dimostrato da diverse indagini scientifiche. “Gli elementi cardine che un sommelier deve imparare a trasmettere presentando un vino - ha sottolineato Sandro Camilli al convegno - sono l’unicità, l’identità e la riconoscibilità di un vino che passa anche attraverso il paesaggio, trasmettendo le emozioni che produce”. È significativo che l’Italia sia stato il primo Paese ad istituire il Registro del paesaggi storici (seguita dalla Cina, che ormai ne ha più di noi) da cui si può accedere al riconoscimento Unesco - ormai difficile da ottenere proprio perché ne abbiamo già tanti - e al Globally Important Agricultural Heritage Systems della Fao. Tuttavia, per mantenere questo patrimonio è necessario che il ruolo di agricoltore, viticoltore custode, sia riconosciuto e sostenuto dallo Stato.

Clementina Palese

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