Il Parmigiano Reggiano è più forte della pandemia, cresce e guarda al futuro. Il re dei formaggi italiani ha chiuso il 2020 con un risultato positivo che premia la sua reputazione, con vendite a +7,9% in Italia e a +10,7% nel mondo, e prezzi che sono tornati ad essere remunerativi. Ed ora pensa alle tante le sfide da affrontare nel 2021: dal collocamento sul mercato di una produzione in continuo aumento (3.940.000 forme, +4,9% sul 2019, pari a 160.000 tonnellate di prodotto) a dossier come la Brexit, dai dazi Usa (la cui sospensione terminerà a luglio 2021) alla lotta alla contraffazione sui mercati internazionali. Intanto, però, si riparte dagli ottimi risultati raggiunti, anche grazie all’imponente investimento in marketing e comunicazione di 23,6 milioni di euro (pari al 50% dei ricavi) del Consorzio, che proprio oggi ha confermato il suo presidente Nicola Bertinelli. A tutela di un filiera imponente, quella che dà vita al re dei formaggi italiani, visto che dal pascolo allo scaffale, il Parmigiano Reggiano coinvolge 321 caseifici e oltre 2.600 allevatori per un totale di 50.000 persone coinvolte. Nel 2020 sono state prodotte 3,94 milioni di forme pari a 160.000 tonnellate.
“Il Consorzio è un luogo di confronto costruttivo - ha affermato Bertinelli - tra persone che condividono non solo un nobile mestiere ma anche i valori e quella passione che fanno del Parmigiano Reggiano un’eccellenza assoluta: il nostro compito è stato e sarà quello di tutelarla, di difenderla dalle contraffazioni, di valorizzarla sia in Italia sia all’estero e di favorire la transizione verso una filiera ancora più sostenibile e in linea con le richieste dei consumatori”.
Un prodotto della grande storia il Parmigiano Reggiano (le origini risalgono al Medioevo, quando i monaci cistercensi e benedettini, spinti dalla ricerca di un formaggio in grado di durare nel tempo, furono i primi produttori, e le prime testimonianze della sua commercializzazione risalgono al Duecento: un atto notarile redatto a Genova nel 1254 testimonia infatti che fin da allora il caseus parmensis, il formaggio di Parma, era noto in una città così lontana dalla sua zona di produzione), simbolo della tradizione del made in Italy, ma capace di guardare al futuro. Sia con investimenti in ricerca (oltre ad essere naturalmente privo di lattosio e altamente digeribile, di recente una ricerca in collaborazione con l'Università di Napoli ha dimostrato come nelle lunghe stagionature diventi anche fonte importante di selenio), sia in comunicazione, che punta forte su valori come salute, sport e giovani, tanto che il Consorzio ha scelto come ambassador del Parmigiano Reggiano alcuni dei più giovani campioni dello sport mondiale, come il tennista Jannik Sinner, il cestista Nba Nico Mannion, lo schermidore bolognese Matteo Neri e la nuotatrice paralimpica parmigiana Giulia Ghiretti, o la ginnasta Giorgia Villa, punta di diamante della Nazionale di ginnastica artistica.
“Il bilancio 2020 segna il termine del mandato quadriennale di questo Consiglio di Amministrazione - ha affermato il presidente Nicola Bertinelli - insieme abbiamo affrontato varie sfide: alcune ricorrenti, come la lotta alla contraffazione, la regolazione del piano di offerta, il tema dei prezzi; altre inedite, penso in particolare alla pandemia e ai dazi Usa, fino a Brexit. Molte di queste ci hanno dimostrato quanto il futuro della nostra filiera sia condizionato dalle vicende internazionali e, al contempo, come il Consorzio e il Parmigiano Reggiano siano oggi in grado di stare al passo con un mondo sempre più complesso. Tutto ciò mentre, insieme, abbiamo progettato il futuro della filiera e messo a punto le attività per comunicare i nostri valori e quelli di Parmigiano Reggiano al consumatore finale”.
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