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IL PIATTO PREFERITO DEL MONDO? E’ “SUA MAESTÀ” LA PASTA. DAL BRASILE ALLA GERMANIA, DAL GUATEMALA AL GHANA, È IL PIATTO PIÙ CONDIVISO. LO DICE UNA RICERCA OXFAM, L’ONG INTERNAZIONALE D’ORIGINE BRITANNICA

Il piatto preferito del mondo? E’ sua maestà la pasta. A scoprire gli altarini è l’Oxfam, l’Ong internazionale d’origine britannica impegnata a combattere la fame nel mondo. La sorpresa è arrivata grazie a un sondaggio condotto in 16 paesi su oltre 17.000 persone di almeno 16 anni di età. A seguire maccheroni e spaghetti nella classifica ci sono quindi la carne e il riso. I paesi che hanno preso parte allo studio sono Australia, Brasile, Germania, Ghana, Guatemala, Sudafrica, Kenya, Messico, Pakistan, Filippine, Russia, Spagna, Tanzania, Olanda e Regno Unito. Un bello spicchio di mondo, insomma.

Il problema, secondo l’Oxfam, è che riso e pasta stanno diventando più cari: da qui al 2030 le proiezioni suggeriscono infatti un aumento nei prezzi del grano pari al 120%. Numeri che toccheranno tutti, sia chi vive “in Germania che in Guatemala”. Detto questo, il sondaggio ha anche rilevato che le quattro cucine scelte abitualmente come le migliori della Terra sono quella italiana, cinese, indiana e messicana. Il sondaggio Oxfam prende poi in esame anche tematiche molto serie come la mancanza di cibo e le aspettative alimentari nei paesi in via di sviluppo.

“Avere la pancia piena in Messico o Pakistan vuol dire far parte di una minoranza - nota l’Ong - se hai la pancia piena in Kenya o Tanzania sei il fortunato ogni quattro persone. La maggior parte - prosegue il rapporto - reputa, al di là di dove vivono, che l’aumento dei prezzi del petrolio e dei costi del trasporto pesi come fattore principale sulla filiera alimentare. Seguono il clima e i disastri naturali. E questa è una preoccupazione sentita da tutti, visto che gli scienziati prevedono una crescita nella severità del clima”.

A suscitare ansia, ad ogni modo, non è solo il “climate change”. “Gli altri elementi rilevato sono le politiche dei governi, il comportamento della grandi corporazioni e la domanda dei consumatori”. Dubbi che non coinvolgono solo i paesi poveri. “Negli Stati Uniti - prosegue il rapporto - l’8% della popolazione sente di non avere sempre abbastanza da mangiare”. Problema che, ovviamente, è legata alla questione dei prezzi. Circa un miliardo di persone ogni notte vanno a dormire con la pancia vuota. E se il costo del cibo rappresenta la preoccupazione principale per l’88% degli abitanti del Kenya, è sorprendente apprendere che lo è anche per il 78% dei residenti in Gran Bretagna. Questo si traduce anche in una variazione della dieta alimentare - un cambiamento avvenuto in particolar modo negli ultimi due anni. Il 50% degli intervistati, infatti, ha detto di aver modificato le sue abitudini: il 39% degli appartenenti a questo gruppo incolpa l’aumento dei prezzi. In India, Filippine, Usa e Sudafrica molti hanno invece spiegato la svolta adducendo motivazioni di tipo salutare. Mangiare sano, insomma.

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