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Il pomodoro italiano sempre più export oriented. Nel 2014 oltreconfine il 60% della produzione, per un valore di 1,5 miliardi di euro. Il “pelato” la tipologia più amata. Così Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali)

Non Solo Vino
Il pomodoro italiano sempre più export oriented

Anche il pomodoro made in Italy è sempre più export oriented, e veste il ruolo di ambasciatore nel mondo dell’eccellenza agroalimentare tricolore. Con un fatturato export da 1,5 miliardi di euro, e con il 60% della produzione italiana che va oltreconfine, l’industria del pomodoro e dei suoi derivati si conferma, anche nel 2014, un punto di forza dell’agroindustria italiana. A dirlo l’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari e Vegetali, www.anicav.it).
Nel 2014, secondo i dati Wptc, l’Organizzazione internazionale che rappresenta l’industria di trasformazione del pomodoro in tutto il mondo, in Italia sono state trasformate 4,9 milioni di tonnellate di pomodoro e in Europa 9,8 milioni. Pertanto, in Italia si trasforma il 50,2% della intera produzione europea.
Nel dettaglio, confrontando i dati 2013 e 2014, la Germania si conferma in testa alle esportazioni con più di 372.000 tonnellate e una quota del 20,3%, per un valore di oltre 285 miliardi di euro. A seguire Regno Unito (15,6%), Francia (8,6%) e Stati Uniti (6%). Il Giappone conquista il quinto posto, con una quota del 5,6%, per un valore di 85 milioni di euro. Tra i nuovi mercati troviamo la Russia, con una crescita del 17,2%.
Il prodotto più amato all’estero è il pelato intero e non intero, con quasi 2 milioni di tonnellate riservate ai Paesi stranieri e un valore export che fa registrare un +6,1% sui 12 mesi precedenti. Ciò a testimonianza del fatto, che anche in periodo di crisi, i consumatori scelgono la qualità. Sul fronte dei nuovi mercati, nel 2014 si registrano ottimi risultati per l’export di pomodori pelati soprattutto verso l’Asia (+6%). Tra i derivati, la passata è quella che, nel 2014, ha fatto registrare un maggiore incremento in volume delle vendite oltre confine (+22,4%). Per quanto riguarda l’export del concentrato, al calo di alcuni mercati tradizionali, come Germania e Francia, si contrappone una crescita notevole verso Russia (+47%), Belgio (+30%) e Oceania (7,2%). Continua il calo, dopo il -56% del 2013 sul 2012, delle importazioni di concentrato dalla Cina (-54,8%), che sono passate da 31.000 a 14.000 tonnellate.
“Sono diversi i Paesi in cui l’export diventa un’opportunità - afferma il direttore di Anicav, Giovanni De Angelis - gli Usa, ad esempio, sono molto interessati al tema del bio e al concetto di “Food Made in Italy”. Vi sono poi i Paesi dell’Asia e del Sud-Est asiatico, caratterizzati da un Pil in crescita. In tal caso, è importante impegnarsi per diffondere il consumo dei prodotti legati alla dieta mediterranea, di cui il pomodoro, essendo anche un ingrediente imprescindibile di piatti tipici come la pasta e la pizza, rimane uno degli alimenti più rappresentativi”.

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