02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“Il progetto Fico a Bologna non può restare una partita locale. Perché abbia il successo immaginato, deve diventare un progetto del Governo, dell’Italia e dell’Europa. Altrimenti il rischio é altissimo”. Così l’eurodeputato Paolo De Castro

“Il progetto Fico a Bologna non può restare una partita locale. Perché abbia il successo immaginato, deve diventare un progetto del Governo, dell’Italia e dell’Europa. Altrimenti il rischio é altissimo”. A mettere in guardia dal pericolo che corre la “Disneyland” del cibo che dovrebbe aprire entro la fine di Expo a Bologna, è l’europarlamentare Paolo De Castro, oggi nella seduta europea dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
Un progetto faraonico quello della “Fabbrica Italiana Contadina”, un parco tematico partorito dalla mente di Oscar Farinetti, insieme al professor Andrea Segrè dell’Università di Bologna: 50 milioni di euro, quelli raccolti per la realizzazione del parco dal fondo immobiliare Prelios, grazie ad investitori pubblici e privati, 4.500 i posti di lavori calcolati, a regime, tra occupati diretti (1.000) e indotto, per un’opera che, una volta completata, misurerà 80.000 metri quadrati complessivi, di cui 7.000 di orti e frutteti, 4.000 di allevamenti dimostrativi, e ancora con 44 mini-fabbriche, 20 ristoranti e decine di aule didattiche e spazi per eventi e congressi.
“Per il successo di Fico bisogna che venga percepito, che sia davvero un progetto almeno nazionale - avverte De Castro - il che significa che di Fico non ce ne possiamo occupare solo noi a Bologna e neanche in Emilia-Romagna. Il Paese deve riuscire a cogliere questa straordinaria opportunità, perché i numeri di cui ha bisogno Fico non possono essere raccolti nel bacino regionale e neanche nel bacino nazionale”.
Per raggiungere la meta dei cinque milioni di visitatori all’anno, che sono “numeri pazzeschi”, una “scommessa enorme”, bisogna riuscire ad avere un richiamo internazionale, osserva De Castro. Per questo, Fico “deve diventare la continuazione dell’Expo - ragiona il presidente della commissione Agricoltura della Ue - l’intuizione che abbiamo avuto, e va dato merito a chi l’ha proposto, é che grazie all’Expo Fico diventa strategico. Altrimenti servirebbero 30-40 milioni di euro di pubblicità in tutto il mondo per raccontarlo”.  In poche parole, insiste De Castro, “oggi con l’Expo, Fico può diventare un’opportunità. Ma dobbiamo cogliere la dimensione progettuale, che non e’ un problema locale. se avremo i tre-quattro milioni di visitatori l’anno di cui abbiamo bisogno, i problemi che vengono posti tutti i giorni su Fico saranno tutti facilmente risolti. Il problema è: li avremo tre o quattro o cinque milioni di visitatori l’anno? Sono numeri pazzeschi”.
De Castro segnala un’altra criticità. “Ricordiamoci che chi viene a Fico non viene due o tre volte- ragiona l’europarlamentare - non si possono prendere i numeri dei supermercati, perché lì le persone tornano più volte all’anno. A Fico gli studenti giapponesi vengono una volta, non tornano una seconda volta”. Quindi, mette in guardia De Castro, “avere quattro-cinque milioni di visitatori all’anno é una scommessa enorme, che fa capire la dimensione del progetto almeno di caratura nazionale. Per questo o Fico diventa un progetto del Governo, dell’Italia e dell’Europa, altrimenti il rischio che fallisca gli obiettivi è altissimo”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli