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IL PROSECCO HA BISOGNO DI UNA TUTELA PIÙ ATTENTA: INTERNA PER EVITARE SOVRAPPRODUZIONI DANNOSE, ED ESTERNA PER EVITARE IL FENOMENO DELLA CONTRAFFAZIONE. FOCUS: IL PROSECCO TAROCCATO VA FORTE IN BRASILE E I PRODUTTORI SCRIVONO AL GOVERNO

Italia
Più tutela per le bollicine di Prosecco

Ormai il Prosecco è diventato un vero e proprio vino di riferimento, un’altra perla che si aggiunge al ricchissimo panorama enologico del Bel Paese. E proprio per questo è un vino che necessita del massimo della tutela sia esterna, intermini di controlli contro la contraffazione, che interna, verificando l’andamento della produzione per evitare sovrapproduzioni dannose di questa denominazione dal successo non più soltanto “casalingo”, ma decisamente proiettato oltre confine. Che avviene con una sorta di “joint venture”, di fatto, una condivisione di strategie e di intenti tra le due Regioni interessate, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.
“Quella della verifica dell’andamento della produzione di Prosecco Doc è una partita strategica per l’intero sistema enologico ed economico del Veneto e del Friuli Venezia Giulia - sottolinea l’assessore all’Agricoltura del Veneto Franco Manzato - stiamo conquistando nuovi mercati con un prodotto esclusivo e sempre più apprezzato, ottenuto anche grazie alla conversione di preesistenti vigneti ritenuti non altrettanto utili per l’immagine e il reddito delle realtà enologiche delle nostre due Regioni. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo consentire scivolamenti o fughe in avanti rispetto all’esigenza oggettiva di equilibrare aumento della produzione con aumento della domanda”.
Il Prosecco è uno dei più affascinante fenomeni dell’enologia mondiale moderna: un vino solo del Nord Est italiano, con salde radici nella storia ma innovativo, che sta conquistando i mercati dei cinque continenti. Secondo uno studio del Cirve dell’Università di Padova, lo scenario del prossimo futuro prevede una crescita della domanda, ma anche un forte aumento della produzione. Per evitare squilibri ed evitare sovrapproduzioni che sarebbero rovinose per l’enologia dei territori interessati e per i produttori. Regioni e filiera hanno dato vita ad un progetto strategico, unico nel suo genere, per seguire l’evoluzione del Prosecco: è stata fissata una produzione complessiva di Prosecco Doc pari ad una superficie produttiva di 16.500 ettari nel Veneto e di 3,500 ettari nel Friuli Venezia Giulia, operando unitariamente, con l’obiettivo di assicurare un futuro che sia per tutti positivo, senza che eventuali turbative, da qualunque parte possano venire, rischino di compromettere decenni di impegno e di lavoro.
“Il limite dei 3500 ettari di vigneti per la Doc Prosecco per il Friuli Venezia Giulia è una soglia che abbiamo concordato insieme al Veneto - ha ricordato Luca Bulfone Direttore centrale della Direzione risorse rurali agroalimentari e forestali del Friuli Venezia Giulia - e va nella direzione di tutelare la qualità delle produzioni ed essere quindi anche una garanzia per il consumatore finale”.
Una cattiva gestione vanificherebbe i consistenti investimenti compiuti finora, con conseguenze pesantissime per la viticoltura e le imprese, riflettendo fatalmente sul posizionamento anche delle altre preziose produzioni vinicole dei nostri territori.
“Ribadiamo l’assoluta necessità di mantenere il blocco degli impianti, come pattuito nel 2011”, ha confermato Giorgio Serena vicepresidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, secondo il quale la presa di posizione del Consorzio non vuole essere un freno allo sviluppo dell’attività della filiera, bensì un’azione di controllo volta a garantire il perdurare di un valore economico importante, che fa capo a circa 8 mila produttori.
“I veri nemici del Prosecco - ha concluso Manzato - non sono qui, ma al di là dei nostri confini, ad esempio in Brasile, dove inseguono il nostro successo copiandoci il nome. Possiamo difenderci e proseguire in un mercato promettente ma sempre infido a due condizioni: che sappiamo noi per primi rispettare le regole della filiera puntando ad accrescere la qualità; che operiamo assieme, come sistema Prosecco e anche come Europa per contrastare le imitazioni e le malecopie, da qualunque parte provengano. E’ una responsabilità, per questa zona che è “di confine”, è una responsabilità per tutti noi”.
La discussione, oggi, nel corso della riunione svoltasi nella località Prosecco di Trieste, che dà il nome al vino, fra istituzioni e rappresentanti delle organizzazioni professionali delle due Regioni.

Focus - Il Prosecco tarocco spopola in Brasile, e i produttori chiedono l’intervento del Governo italiano
In Brasile spopola il prosecco tarocco. Nel 2011, le prime avvisaglie di quello che stava accadendo oltreoceano con il “prosecco Garibaldi”; dopo 9 mesi le bottiglie di falso Prosecco sono aumentate vanno tranquillamente in commercio a Rio de Janeiro. Si parla di milioni di bottiglie, con tanto di “fascetta di garanzia” rilasciata dal Ministero brasiliano. Alla luce di quanto sta accadendo, un gruppo di produttori di Prosecco, tra i quali Battistella, insieme al direttore della “Guida Michelin “ in Itala Fausto Arrighi ed altri, hanno inviato una lettera aperta inviata al Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e un appello al Governo Monti, in difesa delle bollicine veneto-friulane e di tutto l’Atlante nazionale dei prodotti tipici, ambasciatori del Made in Italy troppe volte copiati e malamente imitati.
“E’ scandaloso. Non è la prima volta che qualche scaltro imprenditore straniero si comporta da ‘ladro di etichette’: il “Prisecco” in Germania è una realtà, come sono una realtà i finti prosecco in Nuova Zelanda o in Australia. È la prima volta, però, che il fenomeno assume livelli tanto allarmanti: sembra che in Brasile si producano decine e decine di milioni di finto Prosecco, dinamica che, in modo del tutto sleale, fa concorrenza al vero Prosecco italiano Dop - continua Mirco Battistella della azienda trevigiana - e se anche questa nuova denuncia passerà in sordina, e i policy maker continueranno a fare orecchie da mercante, ci vedremo costretti a organizzare una “gettata di Prosecco tarocco giù per il tombino” a Verona, la prossima settimana a Vinitaly, nella speranza che si posino, su questa tanto delicata quanto importante questione, i riflettori dell’opinione pubblica”.

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